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Volkswagen, la Bassa Sassonia resta al 20%

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Volkswagen, la Bassa Sassonia resta al 20%

La tedesca Volkswagen sta vivendo una trasformazione dopo lo scandalo dieselgate e la decisa svolta nel settore elettrico. Tuttavia, questo riassetto non riguarda l’azionariato: il Land della Bassa Sassonia, tra i principali soci del gruppo Volkswagen, con una quota intorno al 20%, intende mantenere la propria partecipazione nella casa di Wolfsburg. Lo ha detto ieri il premier della regione, Stephan Weil. «Volkswagen e i suoi stabilimenti sono di fondamentale importanza per la Bassa Sassonia», ha detto Weil, rilevando che non solo un quarto dei posti di lavoro nel Land dipende direttamente o indirettamente da Volkswagen, ma anche la ricerca nella regione, considerando che la Bassa Sassonia paga il dividendo annuale di circa 30 milioni di euro proveniente dalle azioni che possiede nel gruppo tedesco alla Fondazione Volkswagen.

Per il resto, lo scandalo del Dieselgate ha costretto il gruppo a un radicale riassetto. Thomas Sedran, responsabile della strategia del gruppo tedesco, ha spiegato che Volkswagen intende produrre dal 2020 auto elettriche su larga scala e rifornirsi in modo sicuro del litio, importante componente delle batterie. Una svolta che serve anche a contenere le richieste del mondo politico. Martin Schulz, lo sfidante della cancelliera Angela Merkel alle elezioni che si terranno a settembre in Germania, chiede infatti l’introduzione di quote vincolanti per le auto elettriche in Europa. Una proposta respinta dalla Merkel ma che ha trovato consensi presso il ministro tedesco dell’Economia, Brigitte Zypries, secondo cui con quote vincolanti per l’elettrico «aumenteremo sensibilmente» «mantenendo al tempo stesso la pressione sui costruttori».

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