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La Banca nazionale svizzera vola in Borsa: +50% da metà luglio

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La Banca nazionale svizzera vola in Borsa: +50% da metà luglio

Non si ferma l'ascesa dell'azione della Banca nazionale svizzera. Ieri a Zurigo il titolo ha chiuso a 2.961 franchi (+0,48%), dopo aver superato la soglia dei 3mila franchi durante le contrattazioni. Questa soglia l'azione l'aveva già oltrepassata una decina di giorni fa. Poi c'erano stati un piccolo ripiegamento e quindi la ripresa dei rialzi. È dunque un agosto da record per Bns. Rispetto a metà luglio l'ascesa del titolo è di circa il 50%, in rapporto ad un anno fa è di circa il 100%.
Il caso dell'azione Bns era in parte già emerso nella primavera scorsa (vedi Il Sole 24 Ore del 27 aprile), quando il titolo aveva mostrato un'inusuale insistenza nei rialzi. Ma in quel momento la quotazione era attorno ai 1.760 franchi, già alta rispetto ai 1.100 franchi della primavera del 2016 ma ancora lontana dai picchi che avrebbe toccato in seguito.

Controllata dai Cantoni svizzeri, la Bns ha anche azionisti privati ed è nel listino elvetico. Come istituto di emissione, la Bns è impegnata nel difendere la stabilità dei prezzi e nel frenare l'apprezzamento del franco, che quando diventa troppo forte crea alcuni ostacoli all'export svizzero. L'istituto centrale elvetico non commenta i movimenti della sua azione. Per molti operatori restano punti interrogativi sulle ragioni di questa salita a razzo.

Ci sono voci, peraltro senza alcuna conferma, sulla possibilità di un'offerta di acquisto per i titoli sul mercato da parte della stessa Bns. Ci sono anche voci su un interesse particolare per le azioni Bns da parte di investitori tedeschi; voci queste che traggono alimento dal fatto che il maggior azionista privato dell'istituto è il tedesco Theo Siegert e dal fatto che una newsletter germanica (Actien- Börse), come ha ricordato il Financial Times, ha parlato molto bene dell'azione Bns, paragonandola al raro francobollo Blue Mauritius. Ci sono poi voci più legate al tema tradizionale dei profitti, che la Bns si accingerebbe a registrare quest'anno in modo consistente; questo perché il franco ha recentemente ceduto un po' di terreno alla moneta unica europea, rivalutando le ingenti riserve in euro della Bns (frutto degli acquisti per frenare il franco) e anche perché l'istituto è un importante investitore in azioni internazionali (e le Borse da inizio anno sono ancora in positivo).

A proposito di quest'ultimo tema bisogna però dire che, per legge, il dividendo di un'azione Bns non può superare i 15 franchi, cifra che è solo lo 0,5% del prezzo attuale di circa 3mila franchi . Ma qui siamo forse al punto reale: questo piccolo rendimento è comunque meglio dei tassi micro o negativi esistenti sulle obbligazioni pubbliche elvetiche. In più, la Bns resta una rilevante banca centrale e il franco, pur ora un po' in discesa, rimane forte. Forse è questo mix dividendo-moneta, semplicemente, ciò che sta facendo dell'azione Bns un bene rifugio.

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