Reazioni brevi e piuttosto composte dei mercati finanziari internazionali alla notizia del lancio sopra il Giappone di un altro missile nordcoreano, a traiettoria più allungata del precedente come a dimostrare la possibilità di colpire l’isola fortificata americana di Guam nel Pacifico.
L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha addirittura chiuso in progresso dello 0,52% a quota 19.909,5, dopo una apertura in frazionale rialzo. La Borsa di Seul ha aperto in ribasso frazionale ma verso la chiusura è riuscita a tornare in territorio positivo.
Il prevedibile rafforzamento iniziale dello yen sotto un cambio a 110 nei confronti del dollaro è evaporato nel giro di poche ore. Analoga la tendenza per l'oro spot e i futures sull'azionario americano, che si sono inizialmente indeboliti ma hanno presto riguadagnato livelli di stabilità (ieri Wall Street ha messo a segno un nuovo record).
Secondo vari analisti, l’evento di oggi non rappresenta una vera escalation rispetto a quanto accaduto finora. Proprio poche ore prima del nuovo lancio, il presidente americano Donald Trump aveva annunciato un lungo viaggio in Asia per i primi di novembre, in cui toccherà varie tappe tra cui Tokyo, Seul e Pechino.
Nessun rischio imminente di guerra, insomma, mentre una reazione pratica da parte di Pyongyang – al di là delle ormai consuete minacce verbali – era data da molti per scontata: così la propensione al rischio degli investitori resta piuttosto alta e qualcuno ha colto l'occasione per comprare sugli attesi - e non spiccati - ribassi.
Secondo l’ultima nota di Goldman Sachs, comunque, anche se i fondamentali dell’economia giapponese danno chiari segnali di miglioramento, i livelli del mercato azionario dovrebbero restare in una fascia relativamente ristretta, a causa delle incertezze geopolitiche.
© Riproduzione riservata