
1/4 Il trading diventa “mobile”
Ormai tutte le piattaforme offrono la possibilità di operare da smartphone, con app specifiche create per Android, iPhone e iPad (ma anche per Windows Mobile). I volumi delle transazioni effettuate da tablet e telefonini è in costante ascesa: negli Stati Uniti un colosso come Fidelity - che gestisce cinque trilioni di dollari di asset, circa il doppio del debito pubblico italiano - riferisce che la sua app rilasciata poco prima di Brexit è stata scaricata in pochi giorni da 1,6 milioni di utenti.
Naturale quindi che il trading da dispositivi mobili assorba una buona fetta degli investimenti delle case di brokeraggio: i clienti (in parte Millennial) chiedono infatti app sempre più sofisticate e stabili, in grado di configurare il layout di trading, fornire grafici dettagliati con studi di analisi tecnica, visualizzare video, notizie e report. Un lavoro non indifferente per gli sviluppatori.
In Italia, il sondaggio condotto quest'anno all'ITF di Rimini conferma come un terzo del campione utilizzi abitualmente anche tablet e smartphone, anche se più per accedere a informazioni e news che per operare online. L'uso di ogni tipo di dispositivo per investimenti finanziari è decisamente maggiore tra chi effettua più di duecento operazioni di trading ogni trimestre.
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