Pagamenti tra privati, anche al di fuori dei confini nazionali, eseguiti come si manda un messaggio, senza commissioni e a costo zero, grazie alla blockchain, la tecnologia che è alla base di bitcoin. Da oggi è possibile anche in Italia con lo sbarco di Circle, startup fintech inglese già presente in Stati Uniti e Regno Unito e che ora sta espandendosi anche all’Europa.
La sua app Circle Pay, adatta sia per Android che per iOS, abilita la possibilità di scambiare denaro tra singoli e all’interno di gruppi, per dividere il conto di una cena o per fare spese condivise senza grandi difficoltà, ma anche per trasferire soldi da un paese all’altro. “Siamo convinti che i pagamenti non genereranno più reddito per gli operatori finanziari - afferma Jeremy Allaire, Ceo e co-fondatore della startup -: abbiamo capito che le persone vogliono scambiarsi soldi esattamente come si mandano mail o sms via telefonino, in modo semplice, istantaneo e gratuito”.
Finanza per millennials
Sono soprattutto i giovani ad aspettarsi che il sistema dei soldi funzioni esattamente come le fotografie o i messaggi. Non è un caso quindi che il 90% degli utenti di Circle abbia meno di 35 anni e il 60% meno di 25. “È questo il vero target della startup, la fascia dei millennials, non abituati ad avere rapporti con le banche e che pretendono di avere tutto a portata di cellulare”, sottolinea Sean Neville, co-fondatore e presidente Product & Operations. Quello dei pagamenti istantanei è un mercato in grande espansione a cui guardano anche i big hi-tech, tanto che WhatsApp sta già sperimentando un servizio di scambio di denaro via instant messaging.
“La blockchain è la vera innovazione tecnologica che permette di far circolare il denaro come l’informazione, in maniera aperta, gratuita, istantanea, globale: ma all’utente non interessa capire come funziona l’architettura sottostante, come non sappiamo cosa ci sia sotto ”, prosegue Allaire.
Business model innovativo
I costi si azzerano e quindi i pagamenti non sono più fonti di reddito per le banche. Ma allora da dove arrivano i ricavi per una startup come Circle? Il business model guarda ai servizi: “I pagamenti non genereranno più reddito - spiega il Ceo di Circle -, noi puntiamo su una collaborazione con il consumatore da sviluppare attraverso una strategia che punta a offrire in futuro servizi finanziari più complessi, dai finanziamenti al trading, sempre su criptovalute, blockchain e smart contract. Abbiamo già allo studio prodotti in questo senso”.
Già oggi Circle ha un suo servizio di trading e tesoreria sulle valute, utilizzate come una sorta di clearing per i trasferimenti di denaro tra diverse monete, e sulle criptovalute. La startup è infatti attiva nel mercato over the counter di criptovalute: solo nell’agosto scorso ha scambiato direttamente oltre due miliardi di dollari in “crypto-asset”. “Il business del trading supporta il valore sia del protocollo che del network alimentato da token, sostenuto anche dalla grande espansione delle Ico - sostiene Neville -, permettendo di ampliare servizi e prodotti a beneficio dei consumatori e andando ad alimentare un circolo virtuoso”.
Cricle ha raccolto un totale di 140 milioni di dollari in quattro diversi round di finanziamenti, all’ultimo dei quali (50 milioni) ha partecipato anche un colosso di Wall Street come Goldman Sachs, insieme a big finanziari cinesi come Cicc.
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