Big Oil comincia a rassegnarsi all’arrivo dell’auto elettrica. Royal Dutch Shell– la Major più pessimista sui futuri consumi di petrolio – ha acquistato NewMotion, società olandese che controlla la più grande rete europea di ricarica per i veicoli a batteria.
L’annuncio è arrivato lo stesso giorno in cui il Comune di Parigi ha prospettato di voler chiudere l’accesso a tutte le auto con motori a combustione entro il 2030 e mentre, dall’altra parte della Manica, Oxford svelava un piano per limitare dal 2020 la circolazione in entro ai soli veicoli elettrici.
Il sindaco della capitale francese, Anne Hidalgo, già sotto attacco per i blocchi anti-smog della circolazione e i limiti sempre più rigidi imposti nella Ztl, in realtà ha evitato accuratamente di usare il termine «divieto»: la nota diffusa dall’Hôtel de Ville esclude imposizioni, limitandosi a parla di «traiettoria che sembra credibile e sostenibile», ma in sostanza conferma le indiscrezioni sul Piano clima che verrà dibattuto a novembre in Consiglio comunale.
Parigi (dove solo il 60% degli abitanti possiede un’auto) del resto chiuderà ai diesel già dal 2024, quando ospiterà le Olimpiadi. E la Francia, seguita a ruota da Italia e Gran Bretagna, comunque punta a immatricolare solo veicoli elettrici a partire dal 2040.
È in questo contesto che si inserisce l’operazione di Shell. L’acquisizione di NewMotion, di cui non è stato rivelato il prezzo, è complementare al piano di attrezzare la rete di distributori della compagnia con punti di ricarica per la mobilità alternativa, ha spiegato Matthew Tipper, vicepresidente per i nuovi carburanti. «Per il momento – ha aggiunto – non abbiamo intenzione di integrare i servizi».
NewMotion conta oltre 100mila clienti, cui offre la possibilità di accedere a oltre 50mila colonnine di ricarica in 25 Paesi europei.
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