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Fincantieri, le navi da crociera spingono i margini

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Fincantieri, le navi da crociera spingono i margini

Fincantieri arriva al giro di boa dei primi nove mesi del 2017, sfruttando ancora il traino del settore shipbuilding, sostenuto soprattutto dal business delle navi da crociera, con i ricavi a quota 3,5 miliardi, in aumento del 10,7% rispetto allo stesso periodo del 2016, l’Ebitda a 233 milioni, in rialzo del 25,9%, e l’Ebitda margin al 6,5%, in progresso del 14% sul dato dello scorso anno. Il carico di lavoro si attesta a oltre 25 miliardi di euro ed è pari a quasi 6 anni di lavoro se rapportato ai ricavi del 2016: il backlog, a fine settembre, ha raggiunto l’asticella di 20,3 miliardi (a fronte dei 19 miliardi dei primi nove mesi del 2016) con 97 navi in portafoglio, mentre il soft backlog, cioè il valore delle opzioni contrattuali, delle lettere d'intenti in essere e delle commesse in corso di negoziazione, ammonta a 5 miliardi di euro (circa 2,8 miliardi il livello registrato nello stesso periodo del 2016).

La posizione finanziaria netta consolidata, al 30 settembre, presenta un saldo negativo (a debito) per 501 milioni (erano -615 milioni a fine 2016) e lo scostamento, precisa la nota diffusa ieri da Fincantieri, «è prevalentemente dovuto alle dinamiche finanziarie tipiche del business delle crociera» che sono state caratterizzate, da un lato, da una significativa crescita dei volumi, e, dall’altro, dagli incassi delle rate finali relative ad alcune unità consegnate nel periodo. Nel 2017, Fincantieri ha poi acquisito 14 navi (incluse le opzioni), cui si aggiunge il contratto per l’allungamento e la trasformazione della Silver Sprint per Silversea Cruises, e sarebbe anche in trattative con il gruppo Grimaldi per la ristrutturazione straordinaria di due navi da carico.

«Gli ottimi risultati commerciali, gestionali ed economici dei primi nove mesi del 2017 - ha commentato ieri, a margine del board, l’ad del gruppo triestino, Giuseppe Bono - consolidano la leadership di Fincantieri e ci consentono, a oggi, di confermare i risultati per il 2017 coerentemente con gli obiettivi del piano industriale». Il ceo è quindi tornato sull’accordo, annunciato a Lione nelle scorse settimane, tra Italia e Francia per l’avvio di un’alleanza a tutto campo nel settore navale. «Quell’intesa - ha aggiunto Bono - rappresenta senza alcun dubbio una pietra miliare per la nostra azienda. Tale accordo dà il via alla creazione di un leader mondiale destinato a diventare un punto di riferimento per la tecnologia e portafoglio prodotti nel settore della difesa navale, primo operatore al mondo nel comparto delle navi da crociera e uno dei player principali in altri segmenti ad alto valore aggiunto, come quelli dell’offshore, dell’energia, dei sistemi e componenti per applicazioni marine e dei servizi».

Il prossimo step sarà la formalizzazione del gruppo di lavoro congiunto tra i due paesi che dovrà definire la road map della futura alleanza italo-francese, ma intanto i contatti tra i vertici di Fincantieri e Naval Group, che da tempo spingono per un’integrazione, proseguono e, nei giorni scorsi, ci sarebbe stato un nuovo confronto ai massimi livelli dopo il faccia a faccia di metà ottobre, a Parigi, tra l’ad Bono e l’omologo della società transalpina, Hervé Guillou.

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