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Perché i junk bond europei rendono quanto i titoli di Stato Usa

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paradossi finanziari

Perché i junk bond europei rendono quanto i titoli di Stato Usa

Il mestiere dell’investitore si sta facendo davvero duro. Osservando gli schermi dei rendimenti delle varie classi di investimento (azioni, obbligazioni, materie prime) balzano all’occhio delle contraddizioni non da poco. Come lo strano duello tra oro (materia prima per antonomasia) e Bitcoin (una criptovaluta che di fisico, come indica lo stesso nome non ha proprio nulla).

Oppure colpisce la contraddizione in essere sul mercato obbligazionario che vede i rendimenti dei titoli del Portogallo a 10 anni (rating BBB-) più bassi dei tassi dei titoli degli Stati Uniti (AAA per due su tre delle più importanti agenzie di rating al mondo). È chiaro che - al di là dei differenti tassi di inflazione tra i due Paesi che inevitabilmente influenzano anche i rendimenti - si tratta di piccolo paradosso. Ed è chiaro che senza gli acquisti di titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona da parte della Bce (iniziati a marzo 2015 e prorogati almeno fino a settembre 2018) i rendimenti dei bond portoghesi sarebbero più alti di quelli Usa.

Nell’elenco degli “ossimori della finanza” si è di prepotenza inserito anche il clamoroso avvicinamento di rendimenti tra i bond high yield europei e i T-Bond, come vengono chiamati i titoli di Stato statunitensi. “High-yield” sta per alto rendimento e, dato che in finanza nulla è per caso, questa categoria di obbligazioni ha un rischio elevato e di conseguenza un rating che va al di sotto della tripla B, una soglia che delimita i prodotti “investment grade” da quelli junk, ovvero spazzatura.

Nell’ultima settimana il rendimento dei “bond spazzatura europei” è scivolato al 2,8%, appena 50 punti base più alto rispetto ai Treasury Usa (2,31%). Si tratta di un avvicinamento che non ha eguali nella recente storia.

CONFRONTO TRA BOND AD ALTO RISCHIO EUROPEI E TITOLI DI STATO USA
Il rendimento degli high yield europei è vicino a quello dei T-Bond

Tra il 2003 e il 2006 - altro periodo in cui queste due classi di investimento erano vicine - la distanza era comunque di 200 punti base. Dopodiché lo “spread” si è impennò dato che lo scoppio della bolla finanziaria, innescata dal fallimento dei mutui subprime, portò i junk bond verso tassi stellari, oltre il 26%.

Questo avvicinamento è il segnale chiaro che in questo momento sul mercato obbligazionario c’è una grande bolla. Ad azionarla sono state proprie le politiche espansive delle banche centrali degli ultimi anni che hanno abbassato i tassi dei titoli di Stato e, indirettamente, spinto i gestori a cercare maggiori rendimenti altrove andando a pescare molto sul terreno minato degli high yield. Oggi più pericoloso che mai dato che paga un rapporto premio/rischio bassissimo e, appunto, quasi comicamente vicino a quello dei titoli emessi dal Paese più forte del pianeta. Quando è così, il mestiere dell’investitore è davvero duro.

twitter.com/vitolops

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