
Accelerare è bene, non farsi male è meglio. Il debutto, per ora ristretto solo ad alcuni istituti, del bonifico istantaneo (o bonifico lampo) è una comodità in più ma può anche portare qualche preoccupazione inedita per i correntisti.
La caratteristica principale di questa nuova possibilità di trasferire denaro tra due conti correnti è naturalmente la rapidità, poiché il passaggio avviene in pochi secondi e consente al destinatario di disporre immediatamente della somma. Ma, a differenza dei bonifici disposti in modalità “fisiche” o anche online, dal computer o da uno smartphone, questo tipo di comando è irrevocabile. Pratico e utile, perciò, quando il destinatario ha fretta: può essere un figlio che ha urgenza di ricevere la somma o un fornitore che subordina l’esecuzione di quanto richiesto all’avvenuto pagamento. Questo significa, però, che il bonifico istantaneo è più rischioso se l’ordine viene dato in modo errato o addirittura carpito al pagatore: come può accadere se si cade vittima delle email fraudolente che chiedono improbabili aiuti per conoscenti bloccati all’estero e che in realtà sono truffe che riescono ad appoggiarsi agli indirizzari di email per rendersi credibili.
Quindi, se aumenta la velocità, vanno aumentate anche le cautele. È vero che, in questi primi mesi, ci sarà un tetto massimo di trasferimenti fissato a 15mila euro, ma in futuro ne è già previsto l’innalzamento. In ogni caso, va tenuto presente che il bonifico lampo non è un obbligo, ma è una possibilità alternativa ai meccanismi in uso, che restano pienamente operativi.
C’è poi un ulteriore dettaglio: i costi. Il bonifico istantaneo è un servizio offerto dalla banca e quindi avrà costi diversi, secondo le politiche commerciali dei vari istituti. Ci potranno essere costi commisurati all’importo (X centesimi ogni 1000 euro, per esempio) o un costo fisso di qualche euro per ordine. Un aspetto che andrà esposto alla clientela con trasparenza.
Anche perché questo bonifico a effetto immediato è solo una delle innovazioni che discendono dalle indicazioni dell’Unione europea sui pagamenti: dal 2015, con l’approvazione della nuova direttiva sui pagamenti (la Psd2, Payment Services Directive, n. 2015/2366), in tutti i Paesi dell’Unione è partito un meccanismo di adeguamento che deve portare, tra le altre cose, a un maggiore livello di sicurezza per gli utenti, a incentivare l’uso dei pagamenti elettronici e dell’ecommerce, a migliorare la cooperazione tra le autorità nazionali che vigilano sugli istituti. L’Italia ha avviato il recepimento con la legge di delegazione europea n. 170 dell’anno scorso(una volta si chiamava “legge comunitaria”) e il governo ha dato corso alla legge 170 con un decreto legislativo presentato a metà settembre e che sarà pienamente in vigore dal 13 gennaio 2018. E - in linea con la direttiva Psd2, ricordata dalla relazione governativa al decreto - tra gli obiettivi di tutto questo affanno normativo ci sono «una sempre maggiore efficienza, possibilità di scelta e trasparenza nell’offerta di servizi di pagamento, rafforzando al tempo stesso la fiducia dei consumatori in un mercato di pagamenti armonizzato».
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