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Valori massimi in Borsa per la componentistica

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Valori massimi in Borsa per la componentistica

Il momento migliore, probabilmente, per quotare Magneti Marelli. Con i titoli delle grandi società globali di componentistica che sono sui valori massimi in Borsa: nell’ultimo anno le prime dieci corporation di settore quotate hanno avuto un balzo nella “market cap” a due cifre percentuali.

La capogruppo della tedesca Bosch, primo operatore mondiale del settore che produce componenti per auto in 60 paesi e li vende in tutto il mondo, non è quotata ed è controllata dalla famiglia del fondatore. Nel 2016, ultimo anno fiscale, ha registrato un fatturato di 73,5 miliardi di euro, con un miglioramento di 2,5 miliardi rispetto all’anno prima. La divisione Bosch mobility solutions è cresciuta del 7% con un aumento della domanda di prodotti dall’Asia del 12%: la Cina è il primo mercato per l’automotive e il più vivace per le tecnologie legate allo sviluppo dei veicoli elettrici e ibridi.

Continental, società tedesca conosciuta soprattutto per i pneumatici, dove è tra le prime cinque al mondo, è specializzata anche nei sistemi frenanti, nell’elettronica di bordo, nei sistemi di potenza, nei tachimetri e nella produzione di altri componenti usati dall’industria automotive. Continental è il primo gruppo per capitalizzazione di mercato del settore tra le quotate (50,1 miliardi di dollari). Negli ultimi dodici mesi il valore del titolo è salito del 30,3%, grazie ai buoni risultati sui ricavi a 51,2 miliardi.

Sulla stessa scia la giapponese Denso, società di componentistica controllata da Toyota, al secondo posto tra le quotate di settore con 44,4 miliardi di capitalizzazione e 42,3 miliardi di ricavi, che ha avuto una variazione percentuale del prezzo delle azioni del 30,4%. Incremento che è stato addirittura del 50,4% per i titoli di Delphi Automotive, società anglo americana quotata al Nyse, la terza nella classifica delle quotate di settore (26,1 miliardi di valore in Borsa e 17,2 miliardi di fatturato). Che precede Hyundai Mobis, società di componenti per auto dell’omonima Casa coreana.Il balzo più significativo del settore lo ha fatto segnare la società al decimo posto nella classifica delle quotate, che è la poco nota Huayu Automotive Systems: società cinese fondata nel 1992 e quotata dal 2009 alla Borsa di Shanghai. Le azioni Huayu, anno su anno, hanno avuto un aumento record superiore al 60% a dimostrazione - se ce ne fosse bisogno - dell’effervescenza dell’automotive nel paese asiatico.

Guardando più vicino, a casa nostra, è interessante notare l’andamento molto positivo fatto registrare in Borsa nell’ultimo anno da Stmicroelectronics. La multinazionale italo-francese è una fornitrice di prodotti per le società della componentistica: Bosch e Continental sono i primi due clienti. È all’avanguardia nella sensoristica per le tecnologie legate alla sicurezza e alla guida assistita (Adas, advanced driving-automotive systems):  la Audi A8 nuova ha mille prodotti St. Ed è anche protagonista nelle tecnologie per i veicoli elettrici, grazie alla nuova generazione di inverter in carbon silicio, inventati a Catania, che permettono di migliorare del 20% l’efficienza dei sistemi di propulsione a pila. E grazie anche all’elettronica sulle batterie: la società ha appena siglato un importante accordo con Imecas ed Epoch, rispettivamente l’istituto di R&D dell’Accademia delle scienze cinesi e la società hi-tech del consorzio dei produttori cinesi che stanno studiando le batterie del futuro. Ebbene: St, quotata al 70%, con il 30% del capitale controllato alla pari da governo italiano e francese, si prepara a chiudere il 2017 con 8,2 miliardi di fatturato (+14%), circa 19 miliardi di capitalizzazione di Borsa e una variazione percentuale del titolo da inizio anno del 94,2 per cento.

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