Un recente sondaggio indica che chi ha investito in bitcoin non si accontenta facilmente: in media gli americani interpellati dal LendEdu hanno in carico un valore pari a 2.930 dollari, quando ai tempi della rilevazione il valore era attorno a 6.500. Nel week-end la criptovaluta ha toccato nuovi record salendo sopra quota 9mila dollari. Ma il migliaio di investitori che hanno risposto al sondaggio dice di essere intenzionato a tenere i bitcoin in portafoglio fino a che non toccherà valori ben più alti: in media 196,165.79 dollari per un bitcoin.
Sembra proprio che gli investitori in criptovalute si siano fatti prendere un po' la mano, ma d'altra parte come dargli torto di fronte alle performance delle quotazioni che nell'ultimo quarto hanno messo a segno una progressione impressionante? Un anno fa bitcoin era scambiato poco sopra 700 dollari, a inizio anno aveva sfondato la soglia di mille e da allora non si è più fermato: a ottobre ha superato i 5mila e i 6mila dollari, poi nell'ultimo week-end di novembre è balzato di slancio sopra i 9mila. E il mese non è ancora finito.
Ai valori attuali la criptovaluta più famosa ha raggiunto una capitalizzazione complessiva di oltre 160 miliardi di dollari, più della metà degli oltre 300 miliardi di tutte le 1.300 e più critpovalute. Il che significa che ha superato come valore colossi come Ge, Boeing e Walt Disney, mentre sarebbe di gran lunga in testa nel listino di Borsa Italiana, valendo due volte e mezzo Enel, il titolo a maggior capitalizzazione di Milano (54 miliardi di euro, pari a 64 miliardi di dollari).
Nella sua scia anche ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione, è tornata in territorio record, toccando il picco di 485 dollari, quando una settimana prima veleggiava poco sopra i 350.
Aumenta la domanda
I continui rialzi del bitcoin funzionano più di qualsiasi pubblicità virale. Coinbase, una delle maggiori piattaforme di exchange per criptovalute, la più utilizzata negli States, ha visto aumentare i conti in bitcoin di 100mila unità tra mercoledì e venerdì, a un totale di 13,1 milioni, più del doppio rispetto a dodici mesi prima quando i conti si fermavano a 4,9 milioni.
C'è chi ha segnalato che il bitcoin è stato al centro delle discussioni attorno al tradizionale tacchino della cena del Thanksgiving e che nei giorni seguenti molti americani, oltre a sfruttare gli sconti del Black Friday, sarebbero accorsi a comprare bitcoin. Nella sola giornata di domenica gli scambi sul totale delle critpovalute hanno toccato i 12 miliardi di dollari di controvalore, per quasi la metà (5,6 miliardi) concentrati su bitcoin.
Previsioni da aggiornare
Senza scomodare previsioni al momento evidentemente irrealistiche, il bitcoin sembra confondere qualsiasi stima. Tom Lee, managing partner di Fundstrat Global Advisors, si è lasciato alle spalle il suo recente scetticismo rilasciando mercoledì scorso una previsione che vede la quota di 11.500 dollari per metà 2018, raddoppiando il target rispetto ad agosto quando ipotizzava per quella data quota 6mila. Il modello che utilizza per le stime è basato su due indicatori chiave: i wallet in bitcoin e il volume delle transazioni per utente. Il miliardario Mark Cuban, proprietario della squadra di basket dei Dalla Mavericks, ha indicato che la domanda continua a sostenere le quotazioni e a sconsigliare il disinvestimento di chi non può utilizzare la valuta in altro modo.
A questo punto c'è chi è pronto a scommettere che si tocchi la soglia dei 10mila entro fine anno, anche se poi gli stessi analisti si affrettano a ipotizzare quanto possa essere più vicina ai 15mila dollari. «La rottura di quota 10mila a questo punto dovrà avvenire con volumi importanti - commenta Federico Izzi, analista tecnico-finanziario specializzato in criptovalute -, altrimenti non escludo realizzi che potrebbero far scivolare i valori, anche se i livelli lasciati da poco più di un mese li vedo ormai lontani».
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