Cobalto, litio, terre rare. Donald Trump ha deciso di estendere ai metalli dell’auto elettrica l’offensiva americana per il dominio globale nel campo dell’energia.
Con un ordine esecutivo firmato ieri, il presidente Usa ha aperto la strada a una serie di misure per incoraggiare lo sfruttamento di nuove miniere, con l’obiettivo di una maggiore autosufficienza negli approvvigionamenti di una serie di materiali definiti «critici», in quanto necessari all’economia e alla difesa nazionale.
Il provvedimento obbliga l’amministrazione a pubblicare entro 60 giorni la lista definitiva dei minerali la cui offerta è giudicata «a rischio» e in seguito a predisporre, entro 180 giorni, una strategia per «ridurre la dipendenza degli Stati Uniti da fonti straniere».
La base sui cui lavorare è un rapporto appena pubblicato dallo US Geological Survey (Usgs), che aggiorna per la prima volta dal 1973 l’elenco delle materie prime critiche per gli Usa, identificando 20 minerali che sono prioritari per il Paese, ma per cui Washington dipende dall’estero.
Tra questi ci sono cobalto e litio, le terre rare, ma anche grafite, antimonio, titanio, platinoidi e stagno.
«Negli Usa sono presenti depositi significativi di alcuni di questi metalli – afferma l’ordine esecutivo di Trump – ma le nostre minerarie sono ostacolate dalla mancanza di dati topografici, geologici e geofisici completi, dal ritardo nei permessi e da potenziali, prolungate liti giudiziarie quando questi vengono accordati».
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