Molti analisti si aspettavano che il sorpasso del palladio sarebbe durato poco. Invece il metallo non solo resta più caro del platino, ma sta allungando le distanze: ieri il differenziale di prezzo superava 120 dollari l’oncia, dopo che il palladio è salito fino a 1.047 dollari l’oncia, un record da 17 anni.
Ad alimentare gli acquisti è la convinzione che il mercato possa sperimentare vere e proprie carenze. La domanda proviene dall’industria automobilistica, che impiega il palladio pricipalmente nei catalizzatori dei veicoli a benzina. E le immatricolazioni continuano a crescere a un ritmo elevato, soprattutto in Cina, dove nei primi undici mesi del 2017 si sono attestate a quota 25,8 milioni, il 3,6% in più rispetto all’anno scorso.
Le vendite continuano a crescere anche negli Stati Uniti, mercato dominato dalle auto a benzina, e in Europa, dove la quota di motori diesel si sta riducendo dopo lo scandalo sulle emissioni truccate.
«C’è più bisogno di palladio - sintetizza George Gero di Rbc Wealth Management – e non lo si può ricavare altrettanto facilmente e altrettanto spesso dai veicoli rottamati, come invece avviene col platino».
«Il prossimo anno sarà il settimo consecutivo con ampi deficit sul mercato del palladio– avverte Gfms –. Mancheranno più di 1,5 milioni di once e pensiamo che a compensare non ci saranno più le vendite di metallo da parte di possessori di Etf, a differenza che nel 2015, nel 2016 e, in misura minore, quest’anno».
Il rally del palladio è stato comunque così potente che molti analisti dubitano che ci sia ancora spazio di crescita: il rialzo ha superato il 50% nel 2017, una delle migliori performance tra le materie prime, e il metallo ora è «vulnerabile alle prese di profitto», avverte Hames Steel di Hsbc. «Riteniamo invece che il platino sia stato colpito troppo dalle vendite e ci aspettiamo un recupero dei prezzi».
Anche le tensioni sui fondamentali potrebbero attenuarsi: le vendite di auto in Cina rischiano di subire una battuta d’arresto con la rimozione degli incentivi fiscali, secondo Carsten Menke di Julius Baer, mentre in Europa e Usa «sembra che stiano raggiungendo un picco».
L’effetto sostituzione invece non dovrebbe pesare troppo: il palladio è caro, ma per stimolare un passaggio al platino il differenziale di prezzo deve mantenersi a lungo favorevole. «Ridisegnare le marmitte catalitiche – spiega Menke – è piuttosto costoso, richiede attività di ricerca e sviluppo. Inoltre i cambiamenti devono essere approvati dal regolatore, con un ulteriore aggravio sui costi e un allungamento dei tempi».
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