Finanza & Mercati

La ripresa va in Borsa, record di Ipo

  • Abbonati
  • Accedi
In primo piano

La ripresa va in Borsa, record di Ipo

  • –Monica D'Ascenzo

Il 2018 sarà l’anno dei mega deal a livello globale. Le previsioni per le quotazioni del prossimo anno parlano chiaro: chiuso un 2017 a livelli record negli ultimi dieci anni, le stime per i prossimi 12 mesi indicano addirittura un rafforzamento del trend. Con un mercato dominato ancora dall’area Asia-Pacifico, l’anno che si sta chiudendo ha visto 1.624 operazioni (+49%) per una raccolta totale di 188,8 miliardi di dollari (+40%), secondo l’ultimo report di EY. A rendere “accoglienti” i mercati nei prossimi mesi sono i bassi livelli di volatilità, i massimi che gli indici continuano a sfidare e una fiducia elevata degli investitori. Certo, poi, l’arrivo in Borsa della più grande compagnia petrolifera al mondo, Saudi Aramco, galvanizza i mercati. Ma aldilà di quella che si preannuncia una delle maggiori quotazioni della storia, nel resto della pipeline sembrano prevalere i deal di dimensioni importanti. Un trend che, fatte le dovute proporzioni, dovrebbe prevalere anche in Borsa Italiana.

A Milano si sta chiudendo un anno con 32 Ipo per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro. Un dato incoraggiante anche guardando in prospettiva: «Abbiamo assistito a un anno di crescita notevole per le nuove quotazioni sul mercato italiano, più che raddoppiate rispetto al 2016, da 14 a 32 operazioni. La crescita a valore è stata trainata dal ritorno in Borsa di Pirelli a ottobre, a seguito del delisting nel 2015, che con una raccolta di circa 2,5 miliardi di euro per un 40% di flottante rappresenta la prima IPO per valore in Europa continentale e la terza su scala globale nel 2017. Grazie al contributo di questa grande operazione, Borsa Italiana chiude l’anno come secondo mercato d’Europa per numero di operazioni e capitale raccolto, dopo Londra» sottolinea Marco Mazzucchelli di EY.

Pirelli & C è stata l’exploit di Borsa Italiana di quest'anno con i suoi quasi 2,4 miliardi di euro raccolti, seguita a distanza da Gima TT allo Star (423,5 milioni), Dobank (343,53 milioni) e Banca Farmafactoring (274,01 milioni). Ora si guarda al prossimo anno e i nomi che si fanno sono diversi da Magneti Marelli a Valentino, passando per Octo Telematics, NTV, De Cecco, Rainbow, Grifal, Estra, CVA, ICBPI- NEXI e SIA. «Gli incoraggianti risultati dell’anno trascorso e gli incentivi fiscali dei Piani Individuali di Risparmio (Pir), concentrati in particolare sul segmento delle piccole e medie imprese italiane, sono segnali di fiducia per il 2018, in cui la pipeline di nuove quotazioni si prospetta sostenuta. Tra le operazioni di grandi dimensioni attese sul mercato, si prevede nel primo semestre del nuovo anno la quotazione di Valentino, che costituirà la strategia di exit di Mayoola, fondo del Qatar che ha investito oltre 700 milioni di euro nel 2012».

A Piazza Affari attesa la quotazione di Valentino, per cui sarebbero già stati scelti gli advisor, Rothschild e lo studio BonelliErede. Si tratterà, secondo le indiscrezioni di un’offerta in aumento di capitale, che porterà in Borsa la griffe acquistata nel 2012 per oltre 700 milioni di euro da Mayhoola for Investment, società del Qatar riconducibile allo sceicco Hamad bin Kahlifa al Thani. La maison aveva chiuso il 2016 con un giro d’affari di 1,11 miliardi di euro, in crescita del 13% dai 987 milioni dello scorso anno. Positiva anche l’evoluzione del margine operativo lordi (Ebitda) salito a 206 milioni da 180 milioni, con un’incidenza sui ricavi tra il 18 e il 19%. In dieci anni, sotto la guida dell’amministratore delegato Stefano Sassi, Valentino ha quasi moltiplicato per 5 volte il suo giro d’affari rispetto ai 240 milioni del 2006.

Entra nel vivo nel corso del 2018 anche lo spin off e l’iter per la quotazione di Magneti Marelli. Il dossier, sul tavolo del numero uno Sergio Marchionne, è in via di definizione, soprattutto per il perimetro della società oggetto dell’operazione: si deve stabilire se procedere allo scorporo della sola Magneti Marelli o valutare una operazione che contempli anche l’altra controllata Comau, il gioiellino dei robot e dell’automazione. I dettagli dell’operazione sono ancora in via di definizione, ma il flottante post Ipo potrebbe essere del 50% del capitale sociale per una valutazione al momento della quotazione tra i 4 e i 6 miliardi di euro.

Al di là dei big, il prossimo anno potrebbe veder confermata la carica delle società medio piccole che approdano all’Aim, segmento che nel 2017 ha accolto 24 aziende.

© RIPRODUZIONE RISERVATA