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Un passaporto europeo per le FinTech

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Un passaporto europeo per le FinTech

  • –Vittorio Carlini

Una patente dell’Unione Europea per aiutare le società FinTech. È la proposta che, secondo il Financial Times , la Commissione Europea dovrebbe presentare all’inizio del prossimo anno. Bruxelles vuole proporre una bozza legislativa in cui è previsto il patentino dapprima per i siti di “crowdfunding” e i servizi di “peer to peer lending”. E poi, in futuro, anche per altri attori FinTech. L’obiettivo? Eliminare, o ridurre, gli ostacoli nazionali all’attività trasfrontaliera di queste realtà. Così, ad esempio, la raccolta fondi via Internet, basata su migliaia di piccoli contributi, per un determinato progetto (per l’appunto il “crowfunding”) potrà essere realizzata fuori dai confini nazionali. E lo stesso accadrà riguardo ai prestiti di denaro, sempre via web, tra utenti privati(il “peer to peer lending”).

Il passaggio, a ben vedere, è importante. In primis consente alle società europee, notoriamente più in difficoltà nel trovare finanziamenti rispetto a quelle asiatiche o nord americane, di potere competere con maggiore forza. «Avere a disposizione un mercato più ampio - spiega Marco Giorgino, direttore dell’Osservatorio FinTech del PoliMi - permette, da un lato, di crescere più velocemente. E, dall’altro, di riuscire a sfruttare le economie di scala».

Ma non è solo una questione di dimensioni. La stessa scelta della Commissione europea di “avviare” l’intervento nel mondo dei prestiti al retail o alle Pmi è importante. «Si parla spesso - aggiunge Giorgino - di sistemi di pagamento. Orbene: allargare il mercato, sotto il controllo dei regolatori, dei crediti alternativi è una strategia intelligente. Che può dare un positivo impulso al settore». Anche perchè, non va dimenticato, «il consentire le operazioni trasfrontaliere permette la maggiore diversificazione del rischio». Una condizione che, al contrario, su scala nazionale è limitata.

Fin qui alcune valutazioni sugli elementi strategici della scelta di Bruxelles. Ci sono, però, anche motivazioni più contingenti. Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione Ue e responsabile per i servizi finanziari, ha sottolineato come la mossa abbia assunto maggiore urgenza a fronte della Brexit. Londra, si sa, era il più grande hub finanziario dell’Ue. Adesso che la City si avvia all’uscita dall’Unione, fondamentale è spingere sul Capital Markets Union. Vale a dire un mercato unico che, per l’appunto, elimini gli ostacoli alla crescita delle nuove realtà finanziarie. Poi, è ovvio, sarà necessario attuare un’attenta vigilanza. Il FinTech, infatti, costituisce un’opportunità incredibile per migliorare i servizi al consumatore. Facciamo in modo che non si trasformi, come purtroppo è spesso accaduto in passato, in un altro sistema per fare fare soldi ai soliti noti.

vittorio.carlini@ilsole24ore.com

.@CarliniVittorio

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