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Tre anni dopo il rialzo-shock il franco svizzero torna verso 1,20

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MERCATO DEI CAMBI

Tre anni dopo il rialzo-shock il franco svizzero torna verso 1,20

A tre anni di distanza dall'abbandono della soglia di cambio con l'euro, il 15 gennaio 2015, il franco sta scendendo sino ad essere ormai nuovamente molto vicino a quella soglia, lasciata all'epoca dalla Banca nazionale svizzera (Bns) per impossibilità di difesa. Tre anni fa, infatti, il franco era ai suoi picchi come moneta rifugio internazionale e gli acquisti di valute estere da parte della Bns ad un certo punto non bastarono più a frenare l'ascesa della valuta elvetica. Dopo quattro anni di difesa della soglia minima di 1,20 franchi per 1 euro, l'istituto centrale rossocrociato lasciò allora la trincea e il franco arrivò subito a un rapporto di 1 a 1 con l'euro. Ora l'euro-franco danza attorno a 1,18 e la gran parte degli analisti della piazza elvetica ritiene che l'1,20 possa essere raggiunto in tempi brevi (qui il cambio aggiornato con l’euro).

DI NUOVO VERSO QUOTA 1,20
Franchi svizzeri per un euro

Per l'export svizzero, voce importante del PIL elvetico, è una buona notizia. I picchi del franco hanno in questi anni creato ostacoli alle esportazioni rossocrociate, anche se nel complesso si sono difese meglio del previsto, grazie anche al fatto che beni e servizi svizzeri sono spesso ad alto valore aggiunto. L'industria elvetica d'esportazione (per la quale l'Eurozona rimane un'area principale) ha ora più ossigeno. È più il franco a scendere o e è più la moneta unica europea a risalire, grazie alla ripresa economica nell'area euro? Salomonicamente, forse un po' tutte e due le cose, l'euro sta risalendo su tutte le monete maggiori, a partire dal dollaro Usa, e il franco appunto è meno bene rifugio. Il risultato comunque è quello che la Bns e un gran numero di imprese elvetiche volevano. Le stime prevalenti sulla crescita economica in Svizzera indicano ora un +1% per il 2017 e un +2% per il 2018, percentuali buone per un Paese che ha un PIL pro capite elevato e che a questi livelli trova una velocità di crociera adeguata.

Con un cambio euro-franco vicino all'1,20, e con un cambio dollaro-franco nuovamente vicino all'1 a 1 (ora siamo attorno a 0,97), la Banca nazionale svizzera è prossima al traguardo di fase. Certo, la discesa da 1 a 1 sino all'attuale 1,18 con l'euro ha avuto un prezzo per la Bns. Con i massicci acquisiti di questi anni, le riserve valutarie dell'istituto centrale elvetiche sono ormai molto ampie, superano l'ammontare del PIL svizzero. Ora che l'euro e il dollaro si stanno rivalutando sul franco, gli utili della Bns crescono, ma resta il problema di fondo della necessità di un futuro alleggerimento di queste riserve. Così come resta il problema di una uscita dai tassi negativi sul franco, stabiliti dalla stessa Bns sempre per frenare la valuta elvetica. Ma il punto a breve per la Svizzera è riuscire a riacciuffare quell'1,20 con l'euro che ha un valore chiaramente simbolico e psicologico. Dopo tre anni di ulteriori acquisti di valute estere e ancora di tassi negativi sul franco, l'obiettivo adesso è vicino. Un obiettivo possibile secondo molti analisti elvetici, a patto che non vi siano balzi accentuati delle tensioni geopolitiche internazionali o intoppi nella ripresa economica globale, fattori questi che interromperebbero la discesa di un franco che resta forte ma non è ora, finalmente per Berna, il superfranco di altre fasi.

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