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Se il gas russo scalda Boston è il mercato che vince

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Se il gas russo scalda Boston è il mercato che vince

La metaniera Gaselys (Bloomberg)
La metaniera Gaselys (Bloomberg)

Nelle caldaie americane quest’inverno brucerà anche qualche molecola di gas russo. La metaniera Gaselys, dopo una rotta tortuosa che per settimane ha appassionato i trader, è finalmente arrivata Boston, dove scaricherà forniture di Gnl provenienti (in parte) dall’impianto siberiano di Yamal.

È uno scherzo del destino che il carico sia stato recapitato negli Stati Uniti proprio domenica, mentre Washington si apprestava a dare un giro di vite alle sanzioni contro Mosca.

La consegna, destinata al rigassificatore Everett di Engie (francese come Total, socia di Novatek in Yamal Lng), è però soprattutto una vittoria delle leggi di mercato e quindi in fin dei conti dei principi di cui gli Stati Uniti sono, almeno in teoria, i più convinti promotori: è stato l’avvio delle esportazioni dagli Usa, un paio d’anni fa, l’innesco principale della rivoluzione che sta rendendo il mercato del Gnl sempre più liquido, flessibile, efficiente e globale.

L’emblema di questa trasformazione è l’arrivo della Gaselys, un evento senza precedenti, che non dovrebbe restare a lungo isolato: è probabile che gli Usa riceveranno una seconda consegna di gas russo già a metà febbraio, sempre da parte di Engie. La nave questa volta è la Proselys, che secondo Kpler è pronta ad affrontare la rotta atlantica dopo aver caricato a Dunkerque, nel Nord della Francia.

Anche la Gaselys non proveniva direttamente dalla Siberia. Il suo viaggio era cominciato al terminal britannico dell’isola di Grain, dove il Gnl russo era arrivato a fine dicembre dalla Siberia, sollevando forti polemiche.

Il carico, mescolato con gas di altre provenienze, è passato di mano sul mercato spot, dove Engie l’ha comprato dalla malese Petronas, dopo che gli Usa erano stati investiti da un’ondata di gelo che aveva fatto impennare i prezzi del combustibile nelle aree mal collegate con i giacimenti di shale gas.

A Boston il gas è arrivato a superare 15 $/MBtu, più del quadruplo rispetto alle quotazioni dell’Henry Hub: un segnale inequivocabile che proprio lì c’era bisogno di rifornimenti supplementari. Dalla Russia o da altri produttori in fondo non importa. È il mercato, bellezza.

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