Il robo-advisor strada per la democratizzazione della finanza? In Italia no. È un processo che ancora non è partito a differenza per esempio degli Stati Uniti. I motivi di tale ritardo sono da scovare dentro le classifiche internazionali di educazione finanziaria che ci colloca agli ultimi posti. «Negli Stati Uniti e in generale nel mondo anglosassone, vi è una cultura finanziaria diffusa. In Italia no ed è per questo che la consulenza via robo-advisor non ha ancora preso piede»: Mauro Panebianco, partner in Italia di Pwc, è un esperto del settore consulenza finanziaria. «All’estero alcune grandi società di gestione hanno acquistato aziende di robo-advisor perché – sottolinea Panebianco – i prodotti finanziari vengono venduti anche direttamente ai piccoli risparmiatori; sotto i 100mila dollari è infatti antieconomico dedicare un consulente finanziario a un cliente». Ecco quindi l’utilità di una piattaforma di robo-advisor per i big del risparmio gestito.
All’estero però c’è qualcuno che, nonostante i grandi investimenti in tecnologia, preferisce non occuparsi della distribuzione. «Per quanto ci riguarda abbiamo acquisito la piattaforma Jemstep per offrire un servizio di robo-advisory ai consulenti finanziari – dichiara Sergio Trezzi, managing director e responsabile della distribuzione retail di Invesco in Emea e America Latina –. Per quanto ci riguarda, siamo concentrati soltanto sulla produzione e non collochiamo direttamente i prodotti». E aggiunge: «Il robo-advisor è però soltanto una delle applicazioni della piattaforma Jemstep. Siamo in ambito di intelligenza artificiale e su questa piattaforma girano altre applicazioni di Invesco».
Quello di Invesco è dunque il robo for advisor. Che in Italia viene fornito ai tanti consulenti finanziari (indipendenti e non) per la loro attività. Quindi i risparmiatori con piccole somme come faranno? «Negli Usa gli investitori sono molto attenti ai costi e ora, con la Mifid2, anche in Europa e in Italia emergeranno le commissioni sui prodotti finanziari – aggiunge Panebianco –. Quando ciò avverrà, pure il risparmiatore italiano chiederà conto dei costi dei prodotti che ha in portafoglio». A quel punto, cultura finanziaria o no, forse si riproporrà la questione del consulente robot. Come negli Stati Uniti.
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