1/5 I rischi per i mercati/Il ritorno dell'inflazione
Il rischio di fondo, quello che molto probabilmente ha fatto scoccare la scintilla per dare il via a quelle svendite sui mercati azionari negli ultimi dieci giorni e che poi si sono propagate per fattori tecnici, resta legato a un'improvvisa e soprattutto più sostenuta del previsto avanzata dell'inflazione a livello globale. Parte di questa fiammata è legata al rincaro dei prezzi delle materie prime rispetto a un anno fa, e può essere considerata quindi passeggera (anche se molto evidente), ma c'è una componente ben più strutturale legata alla crescita, che dopo molto tempo è sostenuta e sincronizzata in tutto il mondo.
È soprattutto a questa che si guarda con una certa attenzione, perché un risveglio dei prezzi potrebbe portare le Banche centrali a manovre più aggressive sui tassi, oppure ad affrettare il cammino verso la riduzione di quella liquidità che in fin dei conti ha propiziato l'avanzata dei listini negli ultimi anni e che, secondo molti, ha anche gonfiato a dismisura le valutazioni.
Per questo motivo la pubblicazione dei dati di gennaio sul mercato del lavoro Usa, con un aumento dei salari superiore alle attese, ha contribuito ad avviare il corto circuito. Vale tuttavia la pena di notare che le attese degli operatori sulle future mosse della Federal Reserve non sono poi così diverse da quelle di inizio anno e che il mercato si divide ancora equamente fra chi pronostica due e chi tre strette nel corso del 2018.
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