Il gruppo Mps ha registrato una perdita pari a 3,502 miliardi di euro nel 2017 e di 502 milioni nel quarto trimestre dell’anno.
Archiviato l’ingresso dello Stato , che ha permesso il salvataggio della banca, ora il focus va sullo sviluppo. «Il processo di ristrutturazione della banca è durato più a lungo di quanto ci attendessimo, ma alla fine lo abbiamo completato» ha detto l’Ad di Mps, Marco Morelli. «Avevamo - ha aggiunto - quattro obiettivi: rafforzamento patrimoniale, cessione degli npl, recupero della raccolta e tagli dei costi. Li abbiamo raggiunti».
Se si guarda ai dati di bilancio, nel 2017 il gruppo ha realizzato ricavi complessivi pari a 4,026 miliardi di euro, con un calo del 6% rispetto all’anno precedente. In calo raccolta e impieghi. Nel dettaglio, la raccolta complessiva del Monte è di 193,6 miliardi di euro (-4,5% rispetto al 31 dicembre 2016), con una riduzione delle masse nel quarto trimestre di 7,6 miliardi di euro, principalmente riconducibile al calo della raccolta diretta con controparti istituzionali e del risparmio amministrato. I crediti verso la clientela si sono invece attestati a 86,5 miliardi di euro, in riduzione di 20,2 miliardi di euro rispetto a fine dicembre 2016 e di 4,6 miliardi di euro sul 30 settembre 2017.
Morelli ha però ricordato che «conti correnti e depositi sono aumentati di 11 miliardi da fine 2016, che era l’obiettivo iniziale fissato per la fine del 2019». «Sostanzialmente - ha detto - abbiamo raggiunto questo obiettivo in anticipo di due anni».
L’esposizione dei crediti deteriorati lordi a fine anno è risultata pari a 45,1 miliardi di euro (comprensivi dei 24,2 miliardi finiti ad Atlante), in flessione rispetto a fine dicembre 2016 (-0,7 miliardi di euro) e sostanzialmente stabile rispetto al 30 settembre 2017.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 31 dicembre 2017 il common equity tier 1 ratio della banca si è attestato a 14,8% (rispetto all’8,2% di fine 2016). Al 31 dicembre 2017, la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 67,2% in aumento rispetto al 31 dicembre 2016 (pari a 55,6%) e rispetto al 30 settembre 2017 (pari a 66,4%).
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