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Le 253 volte in cui il Bitcoin è stato dato per morto (oggi è…

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«criptocrazy»

Le 253 volte in cui il Bitcoin è stato dato per morto (oggi è tornato sopra i 10mila dollari)

Reuters
Reuters

«R.I.P. Bitcoin. È ora di andare avanti». Titolava due anni fa il Washington post. Molto prima, siamo nel 2011, la rivista Forbes scriveva: «Questa è la fine del Bitcoin». Forse è solo questione di timing, o forse ci si è fatti prendere troppo dal necrologio. Sta di fatto che dal 2010 ad oggi la criptovaluta più scambiata al mondo è stata data per morta ben 253 volte. Il calcolo viene costantemente aggiornato dal sito 99bitcoins e risulta essere senza dubbio per difetto, dato che nel computo finiscono solo gli articoli scritti in lingua inglese.

Articoli finora comparsi in tutti i media anglo-americani più rilevanti, fra cui anche Business Insider e la Cnn. L’anno horribilis avrebbe dovuto essere il 2017 quando il Bitcoin è stato dato per spacciato ben 110 volte. Ma i fatti hanno smentito le Cassandre dato che nello stesso anno la criptovaluta ideata da Satoshi Nakamoto si è rivalutata del 1.400% sfiorando i 20mila dollari.

Anche nelle ultime settimane - quando la quotazione del Bitcoin è scesa fino a 6mila dollari confermando una volatilità per cuori forti, quindi il 65% in meno rispetto ai massimi - in molti hanno inciso la lapide sul Bitcoin. Tuttavia, anche in quest’ultima occasione è arrivata la smentita finanziaria. Il Bitcoin si è riportato a ridosso dei 10mila dollari, quasi la metà rispetto al massimo storico ma in ogni caso sempre il +900% rispetto alla valutazione esibita esattamente 12 mesi fa (year to date) e quasi il 45% in più rispetto ai minimi toccati a inizio mese.

L’ANDAMENTO DEL BITCOIN
Valore in dollari

Il Bitcoin morirà (come scrivono le Cassandre che nel frattempo si stanno moltiplicando rafforzate anche dalle recenti dichiarazioni del governatore della Bce Mario Draghi secondo cui «Dietro il Bitcoin non c’è niente») oppure continuerà a crescere portandosi, come nelle previsioni più coraggiose, in area 50mila dollari o chissà dove? Oppure stazionerà per lungo tempo intorno agli attuali valori oppure si ridimensionerà senza chiudere i battenti?

La realtà è che al momento ci sono proiezioni di tutti i tipi, in tutte le direzioni possibili. La sfera di cristallo viaggia alla velocità della luce e accoglie i pareri più variegati. Anche quelli “istituzionali” si contraddicono. A settembre il numero uno di Jp Morgan, James Dimon, lo ha definito una truffa minacciando di licenziare i trader della sua banca che avesse scoperto a comprarlo o venderlo. Eppure pochi giorni fa in un paper inviato ai propri clienti la stessa banca benediceva la creazione di un Etf sul Bitcoin.

I pareri sono diversi e confusi semplicemente perché ci troviamo di fronte a un territorio inesplorato. Non esistono precedenti, né parametri oggettivi per valutare il Bitcoin e tantomeno le altre criptovalute che sulla carta fanno sul serio e hanno raccolto l’interesse di aziende importanti (Intel, Microsoft, ecc.) a differenza di quelle che invece sembra stiano semplicemente cavalcando l’euforia applicando schemi Ponzi/piramidali. Non resta quindi che affidarsi al tempo. L’unico in grado di raccontarci, chissà quando, la vera storia del Bitcoin.

twitter.com/vitolops

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