Se Vladimir Putin ha rimesso in riga gli oligarchi della prima ora, archiviando la stagione delle privatizzazioni anni 90, una costante di quei tempi non sembra venire mai meno: la rivalità tra Vladimir Potanin e Oleg Deripaska, rispettivamente signori del nickel e dell’alluminio. La loro lunga battaglia per il controllo di Norilsk Nickel, gigante mondiale del nickel e del palladio, si è riaccesa: esattamente allo scadere di una specie di tregua mediata nel 2012 dal Cremlino.
Nornickel, gruppo minerario da 33 miliardi di dollari basato nel nord della Russia, è diviso tra il fondatore Potanin con la sua holding Interros (una quota del 30,4%) e la Rusal di Deripaska, che detiene il 27,8 per cento.
Al gruppo nel 2012 si è aggiunto un “pacificatore”, il re del Chelsea Roman Abramovich: azionista di minoranza - con il 6,3% - voluto da Putin nel nome della stabilità come cuscinetto tra i due grandi rivali.L’intesa prevedeva un lock-up di cinque anni, durante i quali non sarebbero stati possibili scambi di azioni.
I cinque anni sono scaduti in dicembre. E prontamente l’ascia di guerra è stata disseppellita. Non appena Potanin ha offerto ad Abramovich di acquisire la sua quota, Deripaska si è messo di traverso. Mentre a sua volta Interros riceveva dal patron del Chelsea e dai suoi alleati una controfferta, relativamente a una quota di dimensioni non rivelate, ma che viene ipotizzata a un valore di 1,5 miliardi.
In base agli accordi del 2012, uno dei tre azionisti è tenuto a proporre a entrambi i partner un’eventuale offerta di acquisto: come scrive l’agenzia Reuters, non è dato sapere se Abramovich ha proposto l’acquisto della propria quota anche a Deripaska, che nel frattempo - deciso a non ritrovarsi di nuovo in minoranza davanti a Potanin, senza più il “cuscinetto” Abramovich - è ricorso in giudizio a Londra per cercare di bloccare l’accordo.
Una seconda udienza è fissata il 5 marzo, e tutti sperano in un processo rapido entro giugno: con le azionidi Norilsk Nickel in calo del 12% a Mosca, e quelle di Rusal del 6,9%, la battaglia minaccia di costare cara a entrambi.
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