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Persidera, sì da Tim a Raiway-F2i

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Persidera, sì da Tim a Raiway-F2i

Con la consueta spaccatura tra maggioranza e minoranza, il comitato controllo e rischi prima e il consiglio Telecom dopo hanno deciso di accettare l’offerta di Raiway e F2i per Persidera, lasciando comunque aperta la porta all’offerta last minute piovuta ieri sul tavolo del board da parte del fondo di private equity londinese I Squared Capital, specializzato in infrastrutture, che ha promesso 290 milioni, subordinando però la proposta definitiva allo svolgimento della due diligence. Raiway e F2i hanno migliorato giovedì la loro offerta che tuttavia resterebbe intorno ai 250 milioni e, secondo alcune valutazioni, considerando gli “aggiustamenti” forse anche meno. L’impressione è che il tandem italiano abbia fatto il massimo e che i margini per ulteriori ritocchi siano limitati.

L’offerta di Raiway e F2i è inferiore alla cifra contenuta nella fairness opinion in mano a Telecom, che valuta la società dei mux poco meno di 260 milioni. Ma soprattutto non soddisfa Gedi, azionista di minoranza di Persidera col 30%, che per statuto ha il potere di opporsi alla scissione della società. Poichè Raiway ha già raggiunto il tetto dei cinque mux consentiti, la proposta d’acquisto prevede che la società delle torri tv dell’emittente pubblica rilevi “l’hardware”, mentre al fondo infrastrutturale F2i andrebbero i canali per la trasmissione in digitale terrestre.

La proposta di I Squared, benchè più allettante economicamente e meno problematica per ottenere l’assenso del socio di minoranza, è ben lungi dall’essere definitiva e, in teoria, potrebbe essere rivista anche al ribasso a seguito alla due diligence. Il fondo è spuntato ieri, senza avere avuto accesso alla data room e presentandosi senza advisor. Anche se c’è chi non esclude che, vista la consuetudine dei rapporti con Credit Suisse, possa essere proprio la banca d’affari, che è uno degli advisor di Tim per il confezionamento del piano industriale, ad assistere il nuovo pretendente se la proposta andrà avanti.

Il consiglio Telecom - assente solo Franco Bernabè e con l’ad Amos Genish collegato da Roma - ha quindi dato mandato a Genish di «finalizzare l’operazione», con la cessione della vendita dell’asset «non ritenuto strategico», ma precisando che «ogni ulteriore eventuale offerta vincolante sarà presa in considerazione». Il comunicato emesso dalla compagnia al termine della riunione riferisce anche che «in applicazione, su base volontaria, della disciplina per le operazioni con parti correlate, l'operazione è stata supportata dal parere del comitato per il controllo e i rischi, reso a maggioranza dei suoi componenti».

La partita, dunque, nei fatti è ancora aperta se la manifestazione d’interesse del fondo londinese si concretizzerà. Entro fine mese Bruxelles aspetta da Vivendi un aggiornamento sull’impegno preso di far cedere la quota in Persidera (perchè in sovrapposizione coi mux di Mediaset, della quale i francesi detengono il 28,8%) per ottenere dall’Antitrust Ue l’autorizzazione al controllo di fatto sulla compagnia telefonica italiana. Trascorso un determinato periodo di tempo senza che la cessione sia stata realizzata, l’impegno prevedeva il trasferimento della quota di Telecom in Persidera a un trust incaricato di venderla, presumibilmente “al meglio”. Un “rischio” che nessuno può permettersi di correre.

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