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Bruxelles spinge per l’unione del mercato dei capitali in Europa

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Bruxelles spinge per l’unione del mercato dei capitali in Europa

Prosegue il tentativo della Commissione europea di creare una unione dei mercati dei capitali in Europa. L'esecutivo comunitario ha presentato oggi proposte legislative tutte rivolte a ridurre la perdurante segmentazione del mercato unico nel delicato settore finanziario. Le misure, che dovranno essere approvate da Parlamento e Consiglio, riguardano tra le altre cose le obbligazioni garantite, i fondi d'investimento e il trasferimento di crediti da un investitore all'altro.

«Nel quadro dell'unione dei mercati dei capitali – ha detto il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis –, dobbiamo agire in tre direzioni: marchi europei, regole armonizzate e sorveglianza efficiente». Sul fronte delle obbligazioni garantite, o covered bonds in inglese, la Commissione propone di armonizzare le regole nazionali nell'emissione di questi titoli particolarmente utilizzati dalle banche in Germania, Francia, Spagna e Italia (pari al 6% del totale).

Queste obbligazioni sono tendenzialmente garantite da altri attivi che in questo modo danno particolare sicurezza al creditore. Il mercato europeo ha attualmente un valore di 2,1 mila miliardi di euro. Le regole presentate oggi prevedono definizioni comuni, caratteristiche comuni, e norme in vista dell'uso di un marchio europeo. Secondo la Commissione europea, il pacchetto legislativo dovrebbe ridurre i costi di emissione per un ammontare tra 1,5 e 1,9 miliardi di euro.

Nel contempo, Bruxelles ha presentato proposte legislative per consentire la vendita di fondi d'investimento in tutta Europa. Attualmente, in media il 37% di questi fondi è registrato per la vendita in appena tre paesi su 28. «La proposta di oggi ha come obiettivo di rimuovere le barriere per questi fondi d'investimento in modo da rendere la distribuzione transfrontaliera più semplice, più rapida e meno costosa», ha spiegato la Commissione europea in un comunicato.

Secondo le statistiche comunitarie, il 70% degli attivi di portafoglio è attualmente detenuto da fondi investimento registrati nel loro solo mercato nazionale. In questo contesto, l'obiettivo della Commissione europea è di offrire nuove opportunità di investimento in giro per l'Unione; aumentare la concorrenza; accelerare la creazione di un vero mercato unico finanziario; e ridurre nel contempo i costi per un totale stimato a circa 440 milioni di euro all'anno.

Infine, l'esecutivo comunitario vuole introdurre maggiore certezza sulle regole applicabili nel caso di trasferimento di un credito da un investitore all'altro. Lo schema è utilizzato soprattutto dalle società per raccogliere liquidità sul mercato. In generale, secondo il progetto legislativo presentato oggi a Bruxelles, dovrebbe essere applicata la legge nazionale del paese in cui il creditore ha la propria residenza. Attualmente uno strumento finanziario su cinque è detenuto in un paese diverso da quello di emissione.

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