È una cifra da capogiro, astronomica, il pacchetto decennale di compensi, per Elon Musk, gran capo di Tesla: per la precisione 2,6 miliardi di dollari in 12 tranche. Il via libera è arrivato dai soci del produttore di auto e batterie elettriche. E questo, nonostante fosse stato loro consigliato di esprimersi contro da Institutional Shareholder Services (Iss) e Glass Lewis, tre le più influenti società di consulenza per i grandi azionisti, secondo cui quella cifra è «senza precedenti».
Iss aveva argomentato che un esborso medio annuo di 260 milioni di dollari porterebbe a «costi enormi» e avrebbe un effetto diluitivo per i soci. Inoltre, il modo in cui quel pacchetto è stato messo a punto e la sua dimensione «offuscano la logica sottostante» del dare a Musk un incentivo eccezionale per trasformare la sua società in un colosso del settore. Tesla aveva presentato il 23 gennaio un piano che lega i compensi di Musk al raggiungimento di alcuni target, incluso l'obiettivo ultimo di fare raggiungere a Tesla una capitalizzazione di 650 miliardi di dollari. Attualmente il valore di mercato dell'azienda è di 54,2 miliardi. Il titolo è balzato ulteriormente (+3% a 320 dollari) dopo l’ok dei soci. Da inizio d’anno Tesla ha guadagnato il 2% mentre negli ultimi 12 mesi è salita del 27 per cento.
Non mancano comunque le preoccupazioni per la produzione della Model 3, la berlina pensata per trasformare l’azienda californiana da marchio di nicchia a produttore di massa. Non dimentichiamo infatti che Tesla pur capitalizzando più di un colosso come Gm (che arriva a 52,7 miliardi) vende ancora poche decine di migliaia di veicoli, pur avendo iniziato a insidiare il primato di vendite delle top di gamma europee, da Mercedes a Bmw a Porsche (con riferimento al Cayenne): il quarto trimestre 2017 ha segnato un record a 29.870 unità (+27% sullo stesso periodo di un anno prima). L’auto che dovrebbe portare a quadruplicare le vendite di Tesla, ovvero proprio Model 3, è ancora in ritardo, nonostante la produzione cresca.
La marca californiana ha rimandato al secondo semestre 2018 l'obiettivo di arrivare ad un ritmo produttivo settimanale di 5mila berline. Secondo la casa guidata da Musk per la fine di marzo sarà raggiunto comunque il target settimanale di 2.500 Model 3 prodotte. Un dato decisamente positivo, visto che fino a poche settimane fa la cadenza produttiva era di circa 250 unità alla settimana. Numeri che in teoria sembrerebbero non poter giustificare i megacompensi di Musk per il prossimo decennio.
Ma si sa , Tesla, nonostante non sia l’unica marca che produce veicoli elettrici né la prima in assoluto, è soprattutto un inarrestabile fenomeno mediatico, il nuovo oggetto dei desideri dei più o meno ricchi. E questo basta per fare sognare i futuri possessori, contribuendo ad arricchire i suoi azionisti e il ceo visionario (è fondatore anche dell’azienda aerospaziale Space X) che l’ha creata.
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