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Analogie e differenze tra la corsa dei Bitcoin e bolla Internet di fine anni…

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Analogie e differenze tra la corsa dei Bitcoin e bolla Internet di fine anni ’90

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Il bitcoin e la bolla delle dot.com hanno un andamento che è assolutamente analogo, salvo un particolare: la criptovaluta ha avuto una velocità ben maggiore, quindici volte più rapida di quella dei titoli tecnologici alla fine degli anni ’90.

Le quotazioni della criptovaluta più famosa hanno registrato nel corso dell’ultimo anno un andamento che rispecchia quasi fedelmente quello del Nasdaq. A mettere a confronto le due performance ci ha pensato Morgan Stanley: l’indice dei titoli tecnologici a cavallo del passaggio di secolo è cresciuto del 278% in 520 giorni arrivando al picco nel marzo 2000, mentre bitcoin è balzato del 248% in soli 35 giorni, poco più di un mese, per l’ultimo salto che l’ha portato al picco vicino ai 20.000 dollari a dicembre.

LA CORRELAZIONE TRA BITCOIN E NASDAQ
Fonte: Bloomberg, Morgan Stanley Research

Per di più, come si vede dal grafico, l’andamento che il Nasdaq ha coperto in circa otto anni, la criptovaluta l’ha ripercorso in un anno. «La recente debolezza del bitcoin ha somiglianza con il Nasdaq nel 2000, solamente con una velocità quindici volte superiore», commenta nel report Sheena Shah, strategist di Morgan Stanley.

Se la curva dovesse insegnare qualcosa anche in prospettiva, l'andamento del bitcoin dovrebbe segnare ulteriori ribassi per pareggiare l’andamento con il Nasdaq dopo lo scoppio della bolla internet.

Dal picco di dicembre ai minimi di febbraio, le quotazioni del bitcoin hanno messo a segno un crollo di circa il 70%, «nulla di straordinario per questo mercato», segnala il report. Dal 2009 a oggi la criptovaluta ha registrato quattro fasi di “bear market”, con flessioni dei prezzi compresi tra poco meno del 30 e oltre il 90 per cento.

Le fasi di flessione duravano in media cinque mesi, mentre questa volta l’Orso si è fermato a tre mesi, il che potrebbe segnalare la possibilità di ulteriori ribassi. Ma, sottolinea Shah, «la casistica ridotta dei precedenti e la variabilità delle fasi “bear”, rende estremamente difficile prevedere che l’attuale ciclo di ribasso sia destinato a durare lo stesso tempo».

Per contro nelle fasi precedenti si era registrata una contrazione dei volumi di scambi man mano che si andava esaurendo il rally prima del picco, mentre oggi il trading su bitcoin ha messo a segno un balzo dei volumi di quasi il 300% dal massimo di dicembre: «L’aumento dei volumi non sembra essere così un segnale di maggior interesse degli investitori, ma una corsa a uscire dall’asset», sostiene Shah.

Per di più la flessione è stata accompagnata da una riduzione dell’apertura di nuovi wallet per la custodia delle criptovalute. Il che non depone a favore di un aumento di interesse su bitcoin. Tanto più che in questi giorni ha confermato una rinnovata fase di debolezza scendendo verso quota 6.000 dollari.

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