Nella partita a scacchi sui diritti tv della Serie A quella di Sky che ha stretto un’alleanza (per ora solo) commerciale con Mediaset, è la classica mossa del cavallo che sulla scacchiera può disporsi lungo linee completamente diverse da tutti gli altri pezzi. È una mossa che spariglia in extremis i piani dell’intermediario indipendente Mediapro ridando pieno potere contrattuale soprattutto all’emittente satellitare. Certo, se la situazione dovesse precipitare con il fallimento del bando si aprirebbero scenari tutti da verificare.
Intanto un primo effetto degli accordi fra Sky e Mediaset sembra essersi palesato con il rinvio da parte di Mediapro della pubblicazione dei pacchetti per i diritti tv della Serie A. A quanto appreso dal Sole 24 Ore fino a poche ore prima dell’annuncio della partnership Sky-Mediaset, Mediapro, titolare dopo il via libera dell’Antitrust di tutti i diritti del massimo campionato per il triennio 2018-21 per quali ha investito un miliardo e 50 milioni a stagione, era in procinto di pubblicare i propri pacchetti da mettere a gara tra gli operatori. Ora il rinvio.
L’asta si annunciava già complessa anche se da Mediapro ritenevano di avere buone possibilità di portare a casa un buon risultato. I pacchetti preparati contemplavano un mix di esclusive tra piattaforma e prodotto. Inoltre si prevedevano diverse opzioni connesse alla facoltà di broadcaster, telco e Ott di acquistare solo i match, personalizzandoli secondo la propria linea editoriale, oppure avvalendosi della stessa Mediapro per confezionare prodotti completi con commenti pre e post gara. Agli operatori veniva poi consentito di lasciare all’intermediario lo spazio per l’advertising oppure raccogliere direttamente la pubblicità. Ovviamente in questo secondo caso con un prezzo di acquisizione dei pacchetti più alto potendo guadagnare sugli spot.
Mediapro era convinta di poter piazzare i pacchetti per le pay tv a Mediaset sul digitale terrestre e a Sky sul satellitare senza grossi problemi, nell’idea che per entrambe l’assenza di un’offerta congrua della Serie A nei propri bouquet sarebbe esiziale. I catalani avrebbero anche intavolato colloqui con operatori del web interessati a pacchetti chiavi in mano, con più bassi costi d’ingresso.
Formalmente l’accordo Sky-Mediaset non cambia nulla per l’asta calcistica. E i due player principali in queste ore febbrili ribadiscono che siederanno al tavolo delle trattative separatamente e con strategie indipendenti dall’intesa. Il timore di Mediapro è però che con il nuovo asse le cose possano cambiare. Per questo negli ambienti della Lega sta anche riprendendo corpo l’idea di varare un proprio canale autonomo per produrre e distribuire le sfide della Serie A. Questo – che è il sogno di Mediapro e l’obiettivo tutt’altro che segreto del prossimo triennio – è ad oggi impraticabile alla luce dell’attuale bando. Ma è qui che la mossa del cavallo di Sky svela il suo lato più rischioso. Mediapro potrebbe infatti avere un interesse a far decadere l’asta fissando minimi più alti di quelli che avrebbe stabilito altrimenti. Se le offerte di Sky e Mediaset infatti dovessero rivelarsi troppo basse la Lega avrebbe due strade: ratificare l’assegnazione e pretendere da Mediapro la differenza fino al miliardo e 50 milioni garantito (convivendo per tre anni con un partner scontento); o annullare tutto e accelerare su un piano B che potrebbe portare al canale autonomo da realizzare magari con Mediapro, che possiede il know how, e usando la sponda tecnologica di Mediaset Premium, sulla falsariga di quanto i catalani già fanno in patria con la joint venture beINsports. Uno scenario che dovrebbe scontrarsi con l’opposizione di Sky che invece, una decina di giorni fa, ha inviato una lettera al commissario Giovanni Malagò caldeggiando l’eventualità di una nuova asta, con la sua partecipazione, caratterizzata da maggiori esclusive per prodotto.
© Riproduzione riservata