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Unipol, allerta delle Coop sul debito Holmo da 270 milioni

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Unipol, allerta delle Coop sul debito Holmo da 270 milioni

(Fotogramma)
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La scomparsa di Finsoe, cassaforte che ha tenuto le redini del gruppo Unipol per lungo tempo, ha lasciato sulle spalle di Holmo, azionista diretto con un 6.667% della holding assicurativa, un’eredità tutt’altro che leggera. Le ultime carte disponibili segnalano infatti un debito balzato a ridosso dei 270 milioni di euro, del quale una buona parte nei confronti di altre Coop.

La scissione del veicolo che controllava Unipol ha imposto infatti la spartizione pro-quota tra i vari soci dell’esposizione di Finsoe. Molti azionisti, però, hanno compensato quel debito con il credito elargito in occasione della sottoscrizione del prestito obbligazionario da 475 milioni lanciato dalla cassaforte. Holmo non ha mai aderito a quell’emissione con il risultato che, una volta eliminata la holding, si è trovato esposto verso chi aveva finanziato l’obbligazione al posto suo.

E così al debito verso Mps e Carige, 82,5 milioni a testa, rifinanziato a maggio dell’anno scorso, si sommano i denari dovuti a Coop Alleanza 3.0 (59,6 milioni), Cooperare (12,45 milioni), Coop Liguria (7,686 milioni), Nova Coop (7,87 milioni), Coop Lombardia (4,5 milioni) e Cofs (5,6 milioni), più altre piccole quote verso soggetti minori. Il tutto, ma il dato potrebbe non essere esaustivo, vale quasi 270 milioni di euro. Una cifra rilevante poiché garantita, di fatto, da un unico asset, ossia il pacchetto di azioni Unipol. Titoli che oggi viaggiano a un prezzo attorno ai 4,14 euro per un controvalore complessivo della partecipazione di poco inferiore ai 200 milioni.

La visione del mercato sulle quotazioni della compagnia è positiva. Stando a Bloomberg il 77,8% degli analisti consiglia di acquistare con un prezzo obiettivo medio di 4,56 euro. Il giudizio più positivo vede le azioni proiettate fino a 5,2 euro (Equita), il che vorrebbe dire che la partecipazione di Holmo in Unipol potrebbe arrivare a valere attorno a 248 milioni, somma comunque inferiore all’esposizione, seppur di poco. Il rendimento del titolo, stante un dividendo programmato di 0,18 euro che vale 8,6 milioni di incasso per la storica società della galassia di Bologna, è attorno al 4,3% ai corsi del momento e negli ultimi anni la compagnia ha distribuito complessivamente 717 milioni a esercizio. Ben diversa, però, è la redditività dell’investimento che cala attorno all’1,5% se rapportata al valore di carico della partecipazione: superiore agli 11 euro stando all’ultimo bilancio disponibile (535 milioni in tutto al 2016).

E qui si innesca l’altro elemento di allerta. Anche tutte le altre Coop azioniste hanno un prezzo di carico elevato (9,95 euro), sebbene certificato da alcune perizie, tuttavia nel caso di Holmo quella cifra è pari a quasi tre volte il prezzo di Borsa. Di fatto è stato mantenuto il costo storico della partecipazione e non è mai stato aggiustato nonostante i tre aumenti di capitale eseguiti da Finsoe, che Holmo non ha sottoscritto. In ultimo, va ricordato che la finanziaria conta più o meno una trentina di azionisti, tutte Coop, alcune della quali non navigano in acque tranquille, tra procedure concursuali e liquidazioni.

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