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Apple si autoassolve e non va all’Europarlamento

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Apple si autoassolve e non va all’Europarlamento

L’Apple Store a SIdney (Reuters)
L’Apple Store a SIdney (Reuters)

Over the top. Ben al di sopra. Perlomeno, della politica. Così deve sentirsi Apple, società con la più alta capitalizzazione di Borsa del mondo, quasi mille miliardi di dollari. Che forse anche per questo si arroga il diritto di negarsi sdegnosamente alla convocazione dell’Europarlamento. Insomma, là dove Bruxelles è riuscita con Facebook, ha fallito con Apple. Infatti, il ceo del social network, Mark Zuckerberg, all’audizione sul Datagate si è regolarmente presentato e, seppure a modo suo, non sempre convincendo e su alcuni aspetti eludendo, ha risposto. Il gigante dell’elettronica di consumo con base a Cupertino, invece, ha declinato la richiesta della commissione speciale per i crimini finanziari e l'evasione fiscale del Parlamento europeo. In una lettera la società Usa ha spiegato che «paga ogni centesimo di tasse che deve pagare» e soprattutto non vuole interferire con il procedimento di appello sulla restituzione all’Irlanda degli aiuti di Stato considerati illegali dalla Ue. Si tratta di ben 13 miliardi di euro. La stessa Irlanda ha assunto la strana linea di difendere l’accordo fiscale finito nel mirino della Ue. Dublino, infatti, ha presentato ricorso contro l'ordinanza fiscale della Commissione europea dell’agosto 2016, affermando che il patto con Apple era in linea con le leggi comunitarie e irlandesi. Apple ha comunque pagato la prima tranche il mese scorso. (Al.An.)

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