L’Italia aumenta l’attrattività per gli investitori esteri. Ma resta meno attraente di Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania (solo per restare in Europa). Lo certifica un indice realizzato da Aibe (l’Associazione banche estere in Italia) in collaborazione con il Censis e d’intesa con i Ministeri degli Esteri e dello Sviluppo economico. L’indice, realizzato su un panel internazionale di investitori, parla chiaro: l’attrattività del sistema Italia è passata da 40,3 di un anno fa a 43,5 (su una scala da zero a 100, dove 100 è il massimo). Però l’indice era a 47,8 nel 2015-2016 e a 33,2 nel 2014. L’Italia si classifica all’ottavo posto su dieci Paesi presi in esame da Aibe: meglio dell’anno scorso (quando si era classificata decima), ma con ampi margini di miglioramento. «Lo studio evidenzia un miglioramento di fiducia nei confronti dell’Italia, anche se non particolarmente convincente e non sufficiente a classificarci tra i Paesi più virtuosi», commenta infatti Guido Rosa, presidente Aibe.
Quando gli investitori internazionali scelgono un Paese dove puntare - emerge dallo studio -, lo fanno prendendo in considerazione innanzitutto il carico fiscale (secondo il 65,1% delle risposte questo è il punto più importante), il carico normativo/burocratico (51,2%) e la stabilità politica (37,2%). Purtroppo l’Italia non brilla certo in tutti e tre. Tra l’altro l’indice è stato realizzato prima della crisi di metà maggio legata alla formazione del Governo, per cui se lo stesso sondaggio fosse realizzato oggi potrebbe produrre risultati diversi. Dell’Italia piace invece soprattutto la qualità delle risorse umane (con l’82% delle risposte che attribuiscono a questo fattore un voto compreso tra 7 e 10). Al secondo posto, ma molto distaccata, tra i fattori di forza emerge la solidità del sistema bancario e al terzo posto le infrastrutture e la logistica. A ben vedere, però, anche questi ultimi due sono fattori su cui l’Italia non brilla certo.
Cosa dovrebbe fare l’Italia per migliorare l’attrattività? Per il 61,9% dei rispondenti deve puntare sulle riforme. Guardare al suo interno. Eliminare quegli svantaggi competitivi che rendono il Belpaese un posto ancora guardato con diffidenza dai capitali internazionali. La seconda cosa da fare (indicata dal 24% degli intervistati) è invece questa: «Perseguire - si legge sullo studio - la strada di una maggiore integrazione politica dell’Unione Europea».
@moryalongo
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