Una bufala pubblicata su un profilo Twitter collegato a un giornale satirico tedesco ha provocato uno scossone sui mercati finanziari europei. Tutto parte da un tweet dal profilo di Moritz Hürtgen, editor della rivista satirica Titanic, che alle 11.56 pubblica quella che definisce una «Bomba politica»: la decisione di porre fine all’alleanza tra la Cdu della cancelliera Angela Merkel e la costola bavarese del partito Csu da parte del suo esponente più noto: il ministro dell’interno Horst Seehofer. Una notizia falsa che arriva in giornate di forti contrasti (questi assolutamente veri) tra Merkel e Seehofer sul tema dei migranti.
+++ Breaking – Politbombe platzt in Hessen +++ Seehofer kündigt laut interner Bouffier-Mail Unionsbündnis mit CDU a… https://twitter.com/i/web/status/1007562489079443456
– Moritz Hürtgen(hrtgn)
La falsa notizia per qualche minuto resta confinata al mondo social finché qualche media ufficiale la riprende spacciandola per vera. In poco tempo la bufala diventa internazionale quando l’agenzia Reuters, alle 12.18 pubblica un take in cui rilancia la notizia attribuendola al profilo Twitter della radio Hessiche Rundfunk. Le ripercussioni di mercato non tardano a farsi sentire. Poco prima delle 12 e 30 il cambio euro-dollaro registra una brusca frenata che lo porta da 1,1590 a 1,1560
Il mini crash dell'euro-dollaro intorno alle 12.30 quando la bufala è stata rilanciata
– Andrea Franceschi(franceschi_and)
Sul mercato obbligazionario l’impatto più evidente è sui titoli di Stato tedeschi i cui rendimenti registrano un netto calo che si ripercuote sullo spread tra BTp e Bund con un’impennata di 10 punti nel giro di pochi minuti che porta il differenziale da 220 a 230.
Ovviamente tutto questo si ripercuote anche sullo spread che nello stesso orario registra una fiammata di 10 punti
– Andrea Franceschi(franceschi_and)
In Borsa è soprattutto l’indice Dax di Francoforte a risentirne con una flessione immediata di circa lo 0,23%
Le tensioni rientrano immediatamente una volta che arrivano le smentite dei politici tedeschi e che i media ricostruiscono l’accaduto e soprattutto risalgono alla fonte della bufala: l’editor del giornale satirico. Dopo poco l’autore del tweet incriminato, resosi conto dell’accaduto, chiede scusa.
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