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Benetton, ecco il piano «Connect» per Cellnex: prima la…

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la newco di Ponzano

Benetton, ecco il piano «Connect» per Cellnex: prima la newco, poi il 30% a due partner

È stata battezzata Connect, a regime sarà partecipata al 70% da Sintonia della famiglia Benetton e al 30% circa da due partner finanziari distinti e custodirà il 29,9% di Cellnex, la società delle torri oggi in capo alla spagnola Abertis. Prende forma la struttura di quella che, per definizione, diventerà la terza linea di business della holding infrastrutturale della famiglia Benetton, vicina ad autostrade e ad aeroporti. In queste settimane, secondo indiscrezioni, si starebbe definendo la scelta degli azionisti che affiancheranno Ponzano Veneto nello sviluppo del gruppo delle torri.

Il disegno, suscettibile di variazioni, prevede che entro la seconda metà di luglio il pacchetto del 29,9% di Cellnex sia ceduto da Abertis a una newco, già costituita e denominata Connect, controllata al 100% da Sintonia, la società a capo di Atlantia. Per il passaggio di consegne Edizione metterà sul piatto 1,5 miliardi di euro oltre a un impegno a sottoscrivere un aumento di capitale per un importo di pari entità. In tutto, dunque, si tratta di 3 miliardi di euro. In questo quadro si inserisce l’alleanza, ancora in via di definizione, con partner di minoranza. Saranno due, riferiscono fonti finanziarie, che rileveranno circa il 30% della newco a capo di Cellnex. L’impegno, dunque, dovrebbe essere nell’ordine di 500 milioni per la parte “equity” e di altri 500 milioni per la parte di impegni futuri. Al momento si starebbe trattando con fondi sovrani e fondi di investimento canadesi, ma il tutto dovrebbe essere definito in tempi stretti.

L’idea della famiglia Benetton, evidentemente, sarebbe quella di mantenere una salda maggioranza, intorno al 70%, forse qualcosa in meno, e di spartire il capitale restante con altri soci finanziari. Tra i quali potrebbe esserci anche Gic, fondo di Singapore già compagno di viaggio della famiglia di Ponzano Veneto in Sintonia, piuttosto che Goldman Sachs. Il tutto con un obiettivo preciso: fare di Cellnex un polo aggregante, ruolo peraltro finora ricoperto dalla società sotto la gestione spagnola. Più in generale, la soluzione di una “cordata” permette a Edizione di diversificare il proprio business, che conterebbe così Atlantia, Benetton, Autogrill, il 3% delle Generali e le torri, mantenendo però una certa flessibilità finanziaria.

La holding della famiglia Benetton vanta un net asset value di 12,1 miliardi e una cassa di 1,85 miliardi. Al netto del rafforzamento nel Leone, che ha richiesto un investimento intorno ai 500 milioni, nelle casse di Ponzano ci sarebbe ancora oltre un miliardo di euro. Più che sufficiente per affrontare il dossier Cellnex, tanto più alla luce del progetto Connect che vedrebbe una iniezione parziale di capitali “esterna”. Cellnex, oggi controllata al 29,9% da Abertis, trae origine dal gruppo guidato da Giovanni Castellucci che diversi anni fa ha venduto alla società spagnola Towerco per 100 milioni.

“La holding della famiglia Benetton vanta un net asset value di 12,1 miliardi e una cassa di 1,85 miliardi”

 

Attorno a quell’azienda la holding iberica, a suon di acquisizioni, ha costruito un colosso che oggi vale in Borsa oltre 5 miliardi di euro e conta circa 27 mila siti di torri di trasmissione. Nel capitale del gruppo spagnolo delle torri figura anche Criteria Caixa. In sede di Ipo l’ente, prima dell’Opa socio di Abertis con un 22% del capitale, ha rilevato poco più del 4% della società delle torri ma con il tempo ha arrotondato la partecipazione fino al 6% e secondo indiscrezioni potrebbe ulteriormente rafforzare la presa ponendosi dunque in prima fila nel libro soci della nuova Cellnex guidata da Edizione.

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