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Le cedole rendono le banche europee di nuovo attraenti. Ecco quali sono le…

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Le cedole rendono le banche europee di nuovo attraenti. Ecco quali sono le più generose

La tempesta sui BTp e i suoi riflessi sulle banche italiane, ma anche la «crisi» di Deutsche Bank e, più in generale, la frenata della ripresa europea. Non occorre andare tanto lontano per trovare le ragioni delle difficoltà incontrate dai titoli del settore finanziario, che a livello europeo hanno dovuto inseguire il resto del mercato registrando una sottoperformance di quasi il 15%a partire dallo scorso marzo. Il calo di valore dei titoli ha però fatto inevitabilmente lievitare il rendimento cedolare dei bancari, il cosiddetto dividend yield, che si ottiene parametrando il valore delle cedole distribuite al mercato con gli stessi prezzi dell’azione.

BANCHE IN RITARDO
Gli indici paneuropei Stoxx600 e Stoxx600 Banks negli ultimi 12 mesi. Base 100=6/7/2017. Fonte: Thomson Reuters

Quando si parla di Europa nel suo complesso, il dividend yield del comparto bancario è diventato anzi così elevato rispetto alla media di mercato (quasi il 40% in più), che secondo il parere degli analisti potrebbe essere di nuovo il momento di puntare in modo convinto sul settore. «Siamo tornati indietro ai livelli visti nel primo trimestre del 2000 e poi di nuovo nel 2015, periodi in cui nei 12 mesi successivi le banche hanno poi sovraperformato il resto del mercato rispettivamente del 45% e del 7%», fanno notare gli strategist di Credit Suisse, che anche per questo motivo hanno deciso di sovrappesare le banche commerciali nei propri portafogli. E questo nonostante la visione non proprio rosea che hanno per i titoli più esposti al ciclo economico, come lo sono in effetti i finanziari.

Il falso segnale del 2008
Per la verità esisterebbe anche un altro caso recente in cui la regola richiamata da Credit Suisse non ha funzionato: una sorta di «falso segnale» che però è legato a un momento particolare quale la crisi dei mutui subprime, culminata con il fallimento di Lehman Brothers. Allora la maggiorazione del dividend yield rispetto al resto del mercato (che aveva superato anche il 90%) era legata soprattutto al crollo dei prezzi delle azioni delle banche, che aveva però origini comprensibilmente più profonde e si è quindi protratto anche nei mesi successivi.

Col vento in poppa
Oggi invece a soffiare in poppa al settore del credito sarebbero anche altre circostanze, che gli analisti individuano nella correlazione con il rendimento dei Bund tedeschi e con l’andamento dell’indice prospettico dei direttori d’acquisto delle aziende (Pmi, Purchasing manager index): «I valori di questi ultimi - sottolinea Credit Suisse - suggerirebbero prezzi delle banche più elevati del 20% rispetto a quelli attuali».

I «campioni» delle cedole
Tornando al discorso legato alle cedole, non occorre andare poi tanto lontano in Europa per trovare il nome in teoria più attraente. È infatti Intesa Sanpaolo, con un dividend yield addirittura del 7,91% la società potenzialmente più «generosa» fra quelle che appartengono allo Stoxx 600 Banks, davanti a una pattuglia di istituti svedesi (Nordea, Svenska e Swedbank) e all’olandese Abn Amro. Una volta tanto, il primato è italiano.

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