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Carige, Mincione chiede revoca del cda. A settembre l'assemblea…

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Carige, Mincione chiede revoca del cda. A settembre l'assemblea decisiva

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Nuovo colpo di scena in casa Carige. Doveva essere il giorno del duro confronto tra i consiglieri dopo le dimissioni di Francesca Balzani, seguite al passo indietro di un altro amministratore indipendente (Stefano Lunardi) e a quello del presidente Giuseppe Tesauro, e invece la richiesta arrivata questa mattina da Raffaele Mincione, il finanziere romano che da mesi ha messo nel mirino la banca ligure ha mischiato le carte aprendo le porte a un'unica strada percorribile: la revoca e il rinnovo del cda in una prossima assemblea che si terrà probabilmente nella seconda parte di settembre. Mincione – che detiene una quota superiore al 5% del capitale di Banca Carige attraverso le società Pop12 e Time & Life – ha inviato una lettera al Consiglio di Amministrazione di Banca Carige per chiedere la convocazione dell’Assemblea degli Azionisti per il prossimo mese di settembre con ordine del giorno la revoca del Cda della banca e la conseguente nomina di un nuovo consiglio. Nell'esaminare la proposta il consiglio ha stabilito che si riunirà nuovamente nelle prossime settimane per convocare ufficialmente gli azionisti. A fine settembre quindi ci sarà il momento della verità in cui le quote azionarie conteranno davvero per prendere le redini dell'istituto: al momento sembra scontata una contrapposizione tra la Malacalza Investimenti(20% del capitale) e Mincione che ufficialmente sta al 5% ma potrebbe avere raccolto alleati per insidiare il primo socio.

«Atto dovuto per tutelare piano di crescita»
«Ho preso questa decisione - spiega lo stesso Mincione - come atto dovuto per tutelare il corretto proseguimento del piano di crescita e il futuro sviluppo di Banca Carige, con l’obiettivo di difenderne il valore. Ritengo, infatti, che la situazione a livello di governance sia repentinamente peggiorata e sia venuto a mancare il contesto favorevole affinché il management possa portare avanti le azioni già avviate e necessarie alla ristrutturazione della Banca, quelle stesse approvate e auspicate anche dalla Bce e dalla Banca d'Italia».

Le tre uscite dal cda legate a divergenze su governance, oggi il consiglio
La richiesta del finanziere romano è arrivata poco prima dell'avvio dei lavori del consiglio di amministrazione di Carige, convocato per le 10.30, che discuterà proprio della governance alla luce delle dimissioni del presidente Giuseppe Tesauro e di due consiglieri indipendenti, Stefano Lunardi e Francesca Balzani, formalizzate nelle ultime due settimane apertamente in contrasto con l'operato dell'amministratore delegato Paolo Fiorentino. Le critiche al manager riguardano sia la modalità di lavoro tenuta da Fiorentino verso il consiglio (relegato, secondo alcuni, al ruolo di pura ratifica di operazioni già predisposte dal management) sia una strategia eccessivamente concentrata sulle dismissioni e poco attenta a migliorare la struttura dei costi di gestione. La vendita della quota di minoranza di Autostrada dei Fiori, arrivata a un passo dalla definizione e poi bloccata dopo un duro scontro in cda, e la mancata emissione di un bond subordinato da 350 milioni, tentata inizialmente a marzo e poi arenatasi una seconda volta tra maggio e giugno complici i mercati più turbolenti, sono stati due nodi della contesa.

Assemblea di settembre passaggio cruciale per il futuro della banca
Con il mandato del consiglio in scadenza in primavera (con l'approvazione del bilancio 2018) e vista la necessità comunque di ricorrere a una assemblea in tempi brevi per sostituire il presidente, è probabile che la riunione dei soci, a settembre secondo i rumors, sia un passaggio cruciale per il futuro della banca. Se si procederà al rinnovo dell'intero cda, le incognite sull'esito saranno molte a partire dalla riconferma dell'attuale amministratore delegato. Malacalza Investimenti, primo socio con il 20% ma autorizzato a salire fino al 28%, non ha nascosto critiche a Fiorentino durante e dopo il recente aumento di capitale mentre Mincione ha più volte esternato apprezzamento per l'operato del manager napoletano lasciando intendere la volontà di farne un punto fermo per l'operato della banca. La composizione dell'azionariato di Carige però rappresenta al momento una incognita che rende incerta la partita per il nuovo consiglio: da capire quale orientamento prenderanno Gabriele Volpi, titolare del 9%, e Sga, sopra il 5%, senza dimenticare che il flottante è uscito profondamente trasformato dall'ultima ricapitalizzazione e che più volte si è ipotizzato il supporto alle strategie di Mincione da parte di alcuni investitori istituzionali di peso finora tuttavia mai venuti allo scoperto.
Intanto in Borsa il titolo Bca Carige soffre a fronte di un mercato in moderato calo (segui qui gli indici) .

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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