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Vedi altro«Ho ieri preannunciato al Consiglio di Amministrazione di Banca Carige l'intenzione di rassegnare le mie dimissioni da consigliere, riservandomi di darne successiva formalizzazione con dettagliata motivazione». Inizia così un messaggio che Vittorio Malacalza, con comunicazione unilaterale pervenuto ieri alle ore 20, ha chiesto al cda di Banca Carige di diffondere. Non c'è tregua dunque nella banca ligure, da settimane al centro dell'attenzione per le dimissioni prima del presidente Tesauro e di due consiglieri , per arrivare poi a martedì scorso con la richiesta al cda di Raffaele Mincione, socio dell'istituto con il 5,4%, d convocare un'assemblea a settembre per la revoca dell'attuale consiglio.
Le argomentazioni a sostegno della decisione
Ma torniamo al messaggio di Malacalza, principale azionista di Bca Carige con il 20,6%. «Ho rappresentato al Consiglio di Amministrazione che tale decisione - si legge - è stata tra l'altro determinata dalle recenti dimissioni di altri consiglieri e dai contenuti delle stesse, nonché dal tentativo dell'Amministratore Delegato di delegittimare il mio ruolo di supplenza del Presidente nell'incontro con la stampa dello scorso 3 luglio, nel quale, anziché smentire la voce di supposte obiezioni della Bce a tale ruolo di supplenza, la ha accreditata con una risposta evasiva e ambigua, nella quale ha comunque affermato la "anomalia" della mia posizione». «La mia decisione è stata inoltre determinata dalla divulgazione dell'intercettazione della conversazione telefonica tra il sig. Luca Parnasi e il dott. Paolo Fiorentino, che ha assunto per me particolare significato alla luce del fatto che quest'ultimo, proprio nei giorni immediatamente precedenti all'arresto dell'avv. Lanzalone, mi riferì di averlo incontrato, decantandomene le qualità professionali». Il riferimento del vicepresidente Malacalza riguarda il dialogo, venuto
alla luce attraverso intercettazioni telefoniche relative all'inchiesta in corso sullo stadio dell'AsRoma, in cui il costruttore Luca Parnasi (al centro dell'inchiesta romana insieme allo stesso Lanzalone) chiede a Fiorentino di assegnare all'avvocato genovese una consulenza in modo da costruire un rapporto di collaborazione. In una nota diffusa dopo la diffusione delle intercettazioni Banca Carige ha già precisato che nessuna consulenza è stata mai assegnata a Lanzalone o a società a lui riferibili. Inoltre l'istituto aveva puntualizzato di non aver mai accordato linee di credito a Parnasi. La questione Lanzalone e' stata citata anche dall'ex presidente di Carige Giuseppe Tesauro nella lettera con cui ha rassegnato le dimissioni dalla banca a metà giugno. Fiorentino ha per questo motivo deciso di dare mandato ai propri legali per querelare Tesauro ritenendo diffamatorie le affermazioni rilasciate dell'ex presidente sul caso dell'intercettazione.
«Intendo continuare a impegnarmi in favore di Banca Carige»
«In ogni caso - conclude Malacalza - intendo continuare a impegnarmi in favore di Banca Carige, nella piena fiducia delle sue potenzialità di consolidamento e rilancio grazie allo sforzo dell'azionariato che ha assicurato il successo del recente aumento di capitale, alle altre operazioni di rafforzamento patrimoniale già attuate, alla capacità e dedizione dei suoi dipendenti e alla vicinanza e fedeltà della sua clientela».
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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