Quando nel 1998 la Francia vinse il Mondiale seguì una forte iniezione di fiducia dei consumatori francesi. L’indice apposito superò la soglia dei 120 punti. Ma questa volta la Coppa del Mondo dovrebbe non bastare a risollevare l’umore dei consumatori, da diversi mesi in caduta e sceso il 30 giugno sotto i 100 punti. In compenso è stimato un effetto positivo (dello 0,1%) sul Pil.
«La vittoria avrà un impatto evidente sulla coesione sociale in Francia: riunendo le persone, creando un senso di comunità nazionale » sottolinea alla Bloomberg Nathalie Henaff, ricercatrice presso il dipartimento di economia degli studi dell'Università di Limoges. «I francesi consumeranno in modo diverso, passeranno più tempo all'aria aperta per festeggiare, cambieranno comportamento per un po 'di tempo, quindi assisteremo a un trasferimento delle modalità di consumo. Ma per l'economia l’impatto sarà marginale».
Le previsioni indicano che l’impatto delle celebrazioni sulla seconda economia della zona euro si sentirà a malapena. Ludovic Subran di Eurler Herman spiega che la vittoria potrebbe aggiungere 0,1 punti percentuali al prodotto interno lordo della Francia. L'economia potrebbe espandersi dell'1,9% invece dell'1,8%, secondo le previsioni degli economisti di Parigi.
Insomma, questa seconda vittoria dei Mondiali non dovrebbe tramutarsi in oro per l’economia transalpina. Cosa che invece accadde 20 anni fa quando i francesi batterono 3-0 il Brasile in finale entrando per la prima volta nella storia dei Mondiali di calcio. Il senso di fiducia e coesione trasmesso ai cittadini dalla Coppa fu più forte tanto che, come sopra, l’indice della fiducia dei consumatori salì di oltre 20 punti superando quota 120.
A trarne vantaggio fu anche l’allora presidente Jacques Chirac che dall’ “euforia collettiva” guadagnò - secondo Ipsos - 15 punti percentuali portando l’indice di popolarità personale al 70%. Questa volta è diverso. L’entusiasmo per Emmanuel Macron è in caduta. Da inizio anno la sua popolarità è scesa del 13% posizionandosi al 33%, lo stesso minimo raggiunto del predecessore Francois Hollande.
Pesano certamente le dure riforme che Macron - in sella da 14 mesi - sta cercando di far passare che prevedono tagli in settori nevralgici (mercato del lavoro, pensioni, sanità e sussidi di disoccupazione). Dinanzi alla perdita del potere d’acquisto del ceto medio-basso l’euforia per una Coppa non può fare certo miracoli.
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