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Bitcoin redivivo: a luglio +2mila dollari. Il sospetto di…

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Bitcoin redivivo: a luglio +2mila dollari. Il sospetto di manipolazioni

Il Bitcoin è stato dato per morto dalla stampa anglosassone almeno 306 volte. Ma fino ad ora ogni volta che è stato sul punto di crollare è sempre “rinato”. E sta accadendo anche questa estate. Dopo aver toccato quota 6mila dollari (oltre 12mila in meno rispetto al massimo storico toccato a dicembre quando ha sfiorato i 19mila) è rimbalzato vigorosamente superando la soglia degli 8mila dollari.

Questo ennesimo scatto conferma la forte volatilità della criptovaluta più scambiata e capitalizzata (ad oggi vale oltre 130 miliardi di dollari). Ma allo stesso tempo anche la capacità di rialzarsi nei momenti di calo quando non sono in pochi a prepararne il necrologio.

Resta da capire cosa c’è dietro questo rimbalzo. «Nel settore delle criptomonete sei settimane fa giravano voci di imminenti vendite massicce - spiega Ferdinando Ametrano, professore di Bitcoin e tecnologia blockchain presso Milano-Bicocca e Politecnico di Milano -. Le voci si sono poi mostrate infondate: erano probabilmente diffuse da operatori spregiudicati per far collassare il prezzo di bitcoin e poter invece comprare a livelli più bassi. Quello delle criptovalute è un mercato deregolamentato, dove aggiotaggio e insider trading sono frequenti: chi aveva l'obiettivo di deprimere il prezzo ci è riuscito».

Dietro quindi (prima) i minimi di periodo a 6mila dollari e (dopo) lo scatto oltre 8mila ci sarebbe un motivo tecnico: l’interesse di operatori importanti a comprare il Bitcoin a un prezzo conveniente. Sfruttando la mancanza di regolamentazione e di controllo sulle informazioni in un settore da questo punto di vista ancora acerbo.

Il tutto ha incrementato la volatilità. «La volatilità di Bitcoin è fisiologica: il mercato è il luogo dove domanda e offerta si incrociano nel tentativo di definire il valore di un bene - prosegue Ametrano -. Se questo bene è controverso e difficile da comprendere come bitcoin, allora inevitabilmente anche il processo di formazione del prezzo non può che essere controverso e quindi volatile. Lo abbiamo già visto con Amazon: 20 anni fa il titolo era molto volatile perché non tutti concordavano che il commercio elettronico avrebbe cambiato il nostro stile di vita. Lo stesso capita oggi con bitcoin: è culturalmente faticoso comprendere che potrebbe essere l'equivalente digitale dell'oro, tanto significativo quanto lo è stato l'oro fisico nella storia della civilizzazione, della moneta e della finanza. Ma fra 5-10 anni, se si sarà affermato come oro digitale, un prezzo del bitcoin intorno ai 100mila dollari, o anche 400mila, non è implausibile».

Come arriva a queste valutazioni? «Semplice - prosegue il professore -. Bitcoin non è correlato con l'andamento degli altri asset. Ne deriva che anche solo in ottica di diversificazione avrebbe senso investirci l'1-2% del proprio portafoglio-. Il totale dei patrimoni gestiti al mondo ammonta a circa 100 trilioni: se il 2% si canalizzasse verso bitcoin porterebbe la sua capitalizzazione a 2 trilioni (anziché i 130 miliardi di attuale capitalizzazione di mercato, ndr) e quindi ad un prezzo di 100mila dollari. Se bitcoin, il primo asset digitale scarso, trasferibile ma non duplicabile, dovesse confermarsi come oro digitale, allora considerando che l'oro fisico capitalizza oggi 8 trilioni, rispettando queste proporzioni bitcoin potrebbe arrivare anche a 400mila dollari. Insomma, se l'esperimento bitcoin dovesse fallire il prezzo crollerà a zero, per cui meglio investire percentuali limitate del proprio patrimonio; ma se dovesse dimostrarsi sostenibile, come io credo, le quotazioni andranno alle stelle. Gli attuali prezzi di mercato implicitamente quotano questa possibilità al 7-8% di probabilità; io personalmente sono molto più ottimista».

Allo stesso tempo, dopo mesi di sordina, la copertura mediatica sul bitcoin potrebbe tornare in auge. «Negli ultimi mesi abbiamo visto il bitcoin scambiato a livelli che noi definiamo “value”, e cioè l'area $5.500/$6.000, confermando una certa domanda tra i buyers - spiega Ivan Gowan, ceo di Capital.com -. E questo ha fatto da “supporto tecnico” al prezzo».

Nelle prossime ore potrebbe anche tornare in auge l’attenzione mediatica, sopita negli ultimi mesi. «Negli ultimi giorni ci sono stati due rumors a “favore” delle criptovalute. In primo luogo vanno segnalati i report secondo cui BlackRock abbia idea di costituire un team dedicato a valutare le opportunità di investire nelle cripto - spiega Gowan -. A questi rumor va aggiunta la notizia di inizio settimana in base a cui potremmo essere vicini all'approvazione di un Etf sul Bitcoin. Ci sta che abbia contribuito a rialzare il prezzo. Tutto ciò, alla fine, non fa che contribuire ad accrescere credibilità per il mondo delle criptovalute».

twitter.com/vitolops

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