Apple chiude il terzo trimestre dell’esercizio fiscale sopra le attese degli analisti, e vola in Borsa nelle contrattazioni after hours, dove arriva a guadagnare il 2,13 per cento. L'utile per azione è salito a 2,34 dollari, oltre i 2,18 attesi dal mercato mentre i ricavi sono aumentati del 17% a 53,3 miliardi di dollari, sopra i 52,4 miliardi previsti dagli analisti. Meglio delle attese anche le stime per il quarto trimestre, che dovrebbe chiudersi con ricavi fra 60 e i 62 miliardi di dollari contro i 59,3 miliardi previsti. Il periodo aprile-giugno è stato per Apple «il quarto trimestre consecutivo di crescita a doppia cifra. I risultati sono stati trainati dalle forti vendite di iPhone» ma anche dalla divisione servizi, afferma Tim Cook, l'amministratore delegato di Apple. «La nostra solida perfomance ha spinto la crescita dei ricavi in tutti i segmenti geografici, l'utile netto è stato di 11,5 miliardi di dollari e il cash flow operativo di 14,5 miliardi. Abbiamo restituito agli investitori quasi 25 miliardi di dollari» nel trimestre, mette in evidenza il chief financial Officer di Apple, Luca Maestri.
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L'attenzione del mercato era rivolta soprattutto all'andamento dell'iPhone X, lo smartphone di alta gamma con un prezzo di partenza di mille dollari. Nel trimestre precedente, il secondo fiscale, Apple aveva detto che il dispositivo pensato per celebrare il decimo anniversario dal lancio dell'iPhone era stato quello più venduto. Ciò contribuì a fare crescere il prezzo medio di vendita di quella categoria di prodotto (visto a 694 dollari), ma le stime furono disattese suggerendo che l’alto prezzo potrebbe avere allontanato acquirenti potenziali.
Gli investitori attendevano anche indicazioni sul lancio dei nuovi modelli di iPhone, che generalmente avviene a settembre. Anche la categoria “Other Products” - quella a più rapida crescita che include l'Apple Watch, le cuffie wireless AirPods e gli speaker HomePod - sarà attentamente monitorata. Il timore è che quegli accessori finiscano per essere vittima delle tensioni commerciali tra Usa e Cina. Apple potrebbe essere costretto ad alzarne i prezzi per controbilanciare dazi aggiuntivi a cui pensa Washington su prodotti Made in China. L'alternativa è subire un colpo sui margini.
Da gennaio il titolo al Nasdaq è salito comunque del 12% e negli ultimi 12 mesi del 27,5 per cento. Dall'ultima trimestrale il titolo ha aggiunto 100 miliardi di dollari alla sua capitalizzazione. E ora ci si domanda quanto ci vorrà affinché il valore di Apple in Borsa raggiunga il record dei record: quello pari a mille miliardi di dollari.
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