Archiviato il primo semestre, termina anche l'interim di Ferruccio Ferragamo alla guida operativa del gruppo di famiglia: insieme alla presentazione dei conti, è stata annunciata la nomina dell'amministratore delegato, Micaela Le Divelec Lemmi. La manager ha avuto poco tempo per acclimatarsi. Entrata in Ferragamo in aprile, in febbraio aveva lasciato, dopo vent'anni, Gucci, dove era considerata la numero due dell’ad Marco Bizzarri, l'uomo che ha orchestrato, insieme al direttore creativo Alessandro Michele e a un affiatato team di manager di tutto il mondo, il rilancio della maison del gruppo Kering, oggi terza al mondo dopo Vuitton e Chanel e davanti a Hermés, superata, in termini di fatturato, con l'esercizio 2017.
Un trampolino ideale per spostarsi alla guida Ferragamo, che ha chiuso il primo semestre con ricavi a 674 milioni (-6,2% rispetto al periodo gennaio-giugno 2017). Gli indici di redditività restano positivi ma calano a due cifre: l'ebitda è passato da 136 a 117 milioni (-14,5%), l'ebit da 105 a 85 (-18,5%), l'utile netto da 76 a 59 (-23,1%). Buone notizie dalla posizione finanziaria netta, positiva per 101 milioni rispetto ai 25 del primo semestre 2017. Le vendite sono calate in ogni area geografica, canale distributivo (tranne l'e-commerce, che però ha ancora un peso marginale ) e categoria di prodotto.
Nella conference call con gli analisti, Ferruccio Ferragamo, nel suo intervento da executive chairman del cda (ora tornerà a essere “semplicemente” presidente), ha citato i fattori che inducono, comunque, all'ottimismo. Tra questi la crescita del traffico aereo (+6,8% in maggio rispetto allo stesso mese del 2017) e quella dei flussi turistici, sempre più influenzati però dalle fluttuazioni valutarie; l'aumento della fiducia dei consumatori cinesi e le prospettive per il mercato del lusso globale, che dovrebbe chiudere il 2018 in progresso “mid single digit”.
L'Apac assorbe quasi il 40% delle vendite di Ferragamo ed è l'area che ha tenuto meglio: il fatturato è sceso nel complesso del 5,5%, ma Hong Kong ha ripreso a correre (+32% a cambi costanti). Un'azienda comunque solida, un marchio del lusso italiano tra i più conosciuti al mondo. Un nuovo amministratore delegato reduce dal rilancio più eclatante degli ultimi anni. Le premesse ci sono tutte perché il 2018 sia l'anno della svolta.
© Riproduzione riservata