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Il ceo di PepsiCo, Indra Nooy, passa il testimone dopo 12 anni

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Il ceo di PepsiCo, Indra Nooy, passa il testimone dopo 12 anni

Indra Nooyi nel 2015 a Wall Street (Afp)
Indra Nooyi nel 2015 a Wall Street (Afp)

Indra Nooyi si dimette dal ruolo di chief executive officer del gigante alimentare e delle bevande PepsiCo, passando le redini a un successore interno all’azienda in una transizione che potrebbe accendere un faro sulla carenza di importanti ceo femminili in America. Nooyi, 62 anni, lascerà il ruolo in ottobre e rimarrà presidente fino all'inizio del 2019. Ramon Laguarta, 54 anni, che è stato candidato a subentrare dopo la promozione lo scorso anno a presidente, sarà il sesto ceo nei 53 anni di storia della compagnia. Il mercato ha reagito positivamente: il titolo è salito di oltre l’1,5% a Wall Street.

Nooyi ha trascorso 24 anni in PepsiCo, di cui 12 al timone come ceo. Il gruppo lo scorso anno ha generato 63,5 miliardi di ricavi contro i 35 miliardi del 2006. Dal 31 dicembre 2006 allo stesso giorno del 2017 gli azionisti dell'azienda hanno guadagnato il 162%. Dall'inizio del 2006 alla fine del 2017, i capitali distribuiti ai soci attraverso dividendi e riacquisto di titoli propri sono stati pari a 79,4 miliardi di dollari; in particolare, le cedole sono quasi triplicate da 1,16 dollari nel 2006 a 3,17 dollari per titolo nel 2017. Ma non sono mancati gli errori. Un cambio di ricetta nel 2015 per la Diet Pepsi ha portato a un calo delle vendite e l'azienda è stata costretta a reintrodurre la vecchia formula un anno dopo. Una joint venture del 2012 con il colosso tedesco Theo Muller per vendere yogurt in Nord America sè rivelata un fiasco quattro anni dopo a causa delle vendite deboli. Pepsi, infine, è stata respinta nel 2016 nel tentativo di conquistare un'importante quota in Chobani, il produttore di yogurt greco.

Nooyi, originaria dell'India, è stata il primo ceo di Pepsi nato all'estero e la prima donna a guidare il colosso delle bevande. La sua partenza arriva in un momento in cui la divisione Nord America di Pepsi non brilla in un quadro generale di calo per la soda e in una fase in cui i consumatori sembrano avere raggiunto una nuova consapevolezza circa il bere bibite zuccherate.

Nei 24 anni alla Pepsi Nooyi ha lavorato per fare crescere la controllata Frito-Lay in un mercato difficile e ha aggiunto bevande e snack più sani a un portafoglio che include Cheetos e Mountain Dew. «Ho passato un periodo splendido, ma ad un certo punto ti siedi e dici: guarda, è una mossa responsabile dare il via a un passaggio di consegne ben preparato e far assumere a qualcun altro la guida di questa azienda», ha dichiarato Nooyi. «Essere chief executive richiede gambe forti e io mi sento come se avessi corso due gare di staffetta. Ora voglio qualcun altro con belle gambe forti e occhi acuti per guidare questa compagnia».

In Pepsi da 22 anni, Laguarta ha diretto la divisione Europa Africa sub-sahariana prima di diventare presidente l'anno scorso, come supervisore di operazioni globali, strategia, politica pubblica e rapporti con il governo. Originario di Barcellona, ​​a lavorato presso il produttore di lecca-lecca Chupa Chups prima di entrare in Pepsi.

Nooyi ha frequentato l’università a Yale ed è entrato a far parte di Pepsi, a New York, nel 1994 come capo della strategia aziendale, approdando al ruolo di ceo nel 2006. All'epoca solo una sparuta pattuglia di donne gestiva importanti compagnie statunitensi e ce ne sono ancora meno di 30 nell'S&P 500.

Mentre valuta le possibili opzionbi per il prossimo capitolo della sua vita, Nooyi ha detto che forse prenderà una vacanza, oltre a seguire più da vicino la squadra di baseball dei New York Yankees, dividendosi, si è schermita, «fra l’ascolto di un po’ di musica e una passeggiata nei boschi». Di sicuro, in un momento in cui il progresso globale nella promozione di un maggior numero di donne nelle posizioni di ceo sembra essersi preso una lunga pausa, Indra Nooyi ha in programma di contribuire a sviluppare più talenti femminili per garantire che le donne siano ben rappresentate nelle prime file della CorporateAmerica.

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