«La partnership con Credit Agricole nasce come partnership commerciale in un settore specifico e si preannuncia aperta ad altri ambiti di collaborazione e potrebbe sfociare in una partnership potenziale complessiva». Lo ha detto l'amministratore delegato del Credito Valtellinese, Mauro Selvetti, nel corso della conference call con gli analisti sui conti del primo semestre 2018, rispondendo a una domanda su un possibile scenario di M&A nel mondo del credito italiano.
Ma la collaborazione con Credit Agricole, aggiunge rispondendo agli analisti, non chiude la porta a un eventuale interesse da parte di altri istituti: «Essendo noi una public company, questa cosa non esclude, non costituisce un vincolo nel momento in cui ci fosse qualche altro operatore di mercato interessato». Agricole e Creval sono già alleate nel mercato della bancassicurazione. Il Gruppo francese è socio della banca lombarda al 5% e nel medio termine può incrementare la quota fino al 9,9%. In passato i due istituti hanno fatto sapere che avrebbero valutato «congiuntamente potenziali ulteriori aree dicooperazione in Italia».
Intanto il Credito Valtellinese torna in utile nel primo semestre dell'anno. L'istituto ha chiuso il periodo gennaio-giugno con un utile netto di 800mila euro, a fronte di una perdita da 195 milioni nello stesso periodo del 2017 e di un rosso di 30 milioni nel primo trimestre 2018. I proventi operativi sono scesi del 10% a 341 milioni, con margine di interesse a 179 milioni (-10%) e commissioni nette a 139,4 milioni (-2%). Aumentano del 20% gli oneri operativi, su cui pesano costi del personale straordinari da 63,5 milioni relativi al piano di esodi anticipati. Il rapporto cost/income è balzato di conseguenza al 90%.
Nel semestre, ha sottolineato Selvetti, «può dirsi concluso il processo di turnaround della banca. Le azioni poste in essere, in linea con quanto previsto dal piano industriale 2018-2020 approvato lo scorso novembre - ha aggiunto - hanno permesso di raggiungere importanti obiettivi in termini di riduzione del profilo di rischio e di miglioramento dell'efficienza operativa che consentiranno nel secondo semestre dell'anno di focalizzare la banca unicamente sul recupero di una redditività sostenibile nel medio-lungo periodo». Quanto alla solidità patrimoniale, il Cet1 fully loaded pro forma è all'11,2% (dal 10,9% di fine marzo).
Migliora la qualità del credito: l'incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale degli impieghi è scesa all'11,2% dal 21,7% di fine 2017. Si tratta, sottolinea l'istituto, del livello più basso dal dicembre 2011.Per quanto riguarda l'andamento degli aggregati patrimoniali, i crediti verso la clientela sono pari a 21,4 miliardi, di cui 4,9 miliardi in titoli governativi. Escludendo questi ultimi, il dato è in aumento del 2,8% da fine 2017 con 1,2 miliardi di nuovo erogato nel semestre (+13% annuo), «a conferma del recupero in atto dell'attività commerciale».
La raccolta diretta è pari a 20,4 miliardi, +4% dalla fine dello scorso anno e +3,1% da marzo, mentre la raccolta indiretta si è attestata a 10,4 miliardi (era 11,3 miliardi al 31 dicembre scorso). Quanto alle prospettive per l'intero esercizio, Creval «continuerà a porre in essere tutte le attività volte al raggiungimento degli obiettivi di piano previsti per il 2018, focalizzandosi in particolare sulla crescita dell'attività commerciale e sul recupero della redditività del core business».
«Nel primo semestre abbiamo raggiunto importanti obiettivi in termini di riduzione del profilo di rischio e di miglioramento dell'efficienza operativa, che consentiranno nel secondo semestre dell'anno di focalizzare la Banca unicamente sul recupero di una redditività sostenibile nel medio-lungo periodo», ha commentato Selvetti, durante la conference call. Rispondendo agli analisti Selvetti ha poi spiegato che ogni variazione di 10 punti base di spread impatta sul capitale per 2-3 punti base.
Creval, infine, entra nel capitale di Pitagora, società specializzata nella cessione del quinto dello stipendio. Credito Valtellinese, Cassa di Risparmio di Asti e Bonino 1934 Srl, infatti, hanno sottoscritto un contratto per l'acquisto da parte di Creval di una partecipazione del 9,9% del capitale sociale di Pitagora. Lo si legge in una nota, in sui aggiunge che l'accordo comprende la stipula di patti parasociali che prevedranno, tra l'altro, la rappresentanza della banca nel cda di Pitagora. Ci sarà inoltre la revisione e il rinnovo per cinque anni dell'accordo commerciale in essere tra Pitagora e Creval per la promozione di contratti di finanziamento con cessione del quinto dello stipendio. Nel corso del 2017 Pitagora ha sviluppato un turnover pari a circa 430 milioni di euro, con un utile netto pari a 10,9 milioni e dal 31 dicembre 2017 presenta un patrimonio netto di 57,1 milioni di euro. Una volta completate le attività di due diligence e definiti gli accordi finali alla luce di quanto già pattuito nel contratto, il closing dell'operazione è previsto entro novembre 2018. L'acquisizione della partecipazione avrà “effetti trascurabili” (circa 1 bps) sul livello del Cet1 ratio “fully loaded” al 31 marzo 2018 di Creval.
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