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Lira turca senza pace. Milano chiude in rosso, tasso Btp decennale al…

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la giornata dei mercati

Lira turca senza pace. Milano chiude in rosso, tasso Btp decennale al 3%

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan (Reuters)
Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan (Reuters)
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Seduta debole per le principali Borse europee che comunque recuperano parzialmente terreno nel pomeriggio grazie all'apertura sopra la parità di Wall Street (ora contrastata), dove - più della crisi turca - tiene banca soprattutto il possibile delisting di Tesla. Migliora nel finale anche il listino di Istanbul, che chiude con un ribasso del 2,38% mentre la lira turca vale 6,93 dollari (in apertura aveva anche sfondato quota 7).

A Milano, dove lo spread Btp-Bund archivia la giornata in rialzo a 278 punti base, il listino principale cede lo 0,58% appesantito soprattutto dalle banche e da Unicredit (-2,6%) che sconta ancora la propria esposizione sulla Turchia. Ubi Banca lascia sul terreno il 2,9%, Banco Bpm il 3%. Per contro, tra le migliori, c'è Azimut che sale ancora (+2,4%) in scia ai dati positivi sulla raccolta di luglio. Bene anche la galassia Unipol-UnipolSai dopo la semestrale in crescita diffusa venerdì. Sul resto della Borsa Astaldi lascia sul terreno il 6,1% pagando l'effetto Turchia: la vendita della concessione del Terzo Ponte sul Bosforo è infatti la condizione principale per costituire il consorzio per la sottoscrizione dell'aumento di capitale da 300 milioni annunciato al mercato.

Pressione sulle banche, crolla Bayer
A Piazza Affari nel mirino in primis Unicredit, a causa della sua esposizione verso Ankara, e le banche vista la pressione a cui sono sottoposti i titoli di Stato italiani con il rendimento del Btp 10 anni tornato sopra il 3%. Male anche Ubi, Banco Bpm, Mediobanca e Intesa Sanpaolo. Telecom Italia torna ai minimi da tre settimane. In controtendenza Unipol che sfrutta ancora la scita della trimestrale. Bene Azimut, acquisti sulle società più esposte sul dollaro visto il rafforzamento del biglietto verde americano. A Francoforte precipita invece Bayer dopo che Monsanto, acquisita nei mesi scorsi dal gruppo tedesco, è stata condannata negli Stati Uniti per un erbicida contenente glifosato ritenuto cancerogeno.

Banca centrale turca: «Pronti a usare tutta la liquidità necessaria»
La banca centrale turca ha annunciato che prenderà «tutte le misure necessarie» per garantire la stabilità finanziaria del Paese. In particolare, la banca centrale ha annunciato che fornirà «tutta la liquidità» di cui avranno bisogno le banche che operano in Turchia. L'iniziativa della banca centrale turca e' funzionale al tentativo si arginare la caduta della lira turca che, a causa delle tensioni finanziarie degli ultimi, è in caduta libera e continua a perdere terreno nei confronti del dollaro e dell'euro.

Lira turca precipita e trascina altre valute degli emergenti
Sul mercato valutario continua a soffrire la lira turca che, dopo essere risalita a seguito dell'intervento della banca centrale turca, è tornata a perdere terreno: il cambio dollaro/lira si attesta in chiusura a 6,83 rispetto ai 6,42 di venerdì sera con una flessione dunque vicina al 10%. Il tonfo sta pesando anche su altre valute dei Paesi emergenti a cominciare dal rand sudafricano (che perde il 3% nei confronti del dollaro). Con gli operatori concentrati a rifugiarsi nello yen (a 125,6 per un euro da 126,5) e nel franco svizzero (a 1,132 per euro), la moneta unica europea indietreggia rispetto al biglietto verde americano scendendo sotto 1,14 e scambiando a 1,1375.

Borsa di Tokyo in netto calo: perde 2% con yen che si rafforza
Chiusura in forte calo per la Borsa di Tokyo, che ha risentito della turbolenza sui mercati mondiali innescata dalla crisi finanziaria della Turchia. Al termine degli scambi l'indice Nikkei ha ceduto l'1,98% (-440,65 punti) a 21.857,43 punti, mentre il più ampio indice Topix è sceso del 2,13% (-36,66 punti) a 1.683,50 punti. Sul fronte valutario, il dollaro si è attestato a 110,28 yen,mentre l'euro è sceso a 125,635 yen, contro i 127,20 yen del giorno precedente. Questi movimenti valutari sono sfavorevoli principalmente per le aziende dell'export giapponese, che hanno risentito in misura maggiore di questa dinamica in Borsa.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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