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Spread, perché i mercati temono la tagliola delle agenzie di rating…

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titoli di stato

Spread, perché i mercati temono la tagliola delle agenzie di rating sull’Italia

L’impennata dello spread risente dell’instabilità dei mercati per via del crollo della lira turca e dell’incertezza degli investitori sui conti pubblici alla vigilia della pubblicazione della legge di bilancio. Un appuntamento che sarà preceduto da una serie di pronunciamenti da parte delle agenzie di rating da cui non c’è da attendersi nulla di buono. Si inizia il 31 agosto con Fitch. L’agenzia che attualmente assegna una tripla B all’Italia con outlook stabile in una nota pubblicata lo scorso 21 maggio ha scritto che la piena applicazione delle ricette di politica economica del programma di governo rischia di far salire il deficit. Più pessimista Moody’s che lo scorso 25 maggio ha messo sotto osservazione il rating dell’Italia in vista di un possibile declassamento che il mercato sconta arrivi già il 7 settembre quando l’agenzia ha in programma l’aggiornamento sul merito di credito.

Attualmente il rating è a livello Baa2 ma potrebbe finire a Baa3. A un passo dal perdere la classificazione «investment grade» che le agenzie assegnano agli emittenti più affidabili. Sotto Baa3 o la tripla B nella classificazione delle altre agenzie siamo nel territorio dei titoli speculativi: «spazzatura» per usare un termine meno british. Evitare di finirci è vitale per scongiurare una tempesta finanziaria ben più pericolosa di quella di queste settimane.

Se le quattro maggiori agenzie (Fitch, Moody’s e Dbrs) classificano come «non investment grade» il nostro debito pubblico la Bce non può più acquistarlo nell’ambito del Qe. Non solo. Molti fondi che per statuto investono solo in bond di alta qualità sono costretti a vendere i BTp che hanno in portafoglio. Secondo BofA Merrill Lynch un evento del genere potrebbe, nel migliore dei casi, generare un’ondata di vendite nette da parte dei fondi di circa 80 miliardi di euro.

Un rischio concreto ma non immediato dato che S&P e Dbrs assegnano rispettivamente un rating BBB e BBBh al Paese. L’anno scorso Standard & Poor’s ha addirittura promosso il merito di credito del Paese (l’unica promozione in 30 anni)

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