Atlantia, dopo il drammatico calo della vigilia, cerca il recupero in Borsa, ma, al di là del rimbalzo odierno, restano ancora molti i nodi da sciogliere dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, che martedì ha provocato 38 vittime (il computo non è definitivo, i soccorritori stanno cercando ancora 10-20 dispersi). Mentre partono le indagini per accertare le responsabilità, il tema cruciale è quello della concessione autostradale alla controllata di Atlantia, Autostrade per l'Italia, dopo che il Governo ha minacciato la revoca della convenzione che scade nel 2038. Questo mentre ieri in serata la società di rating Standard & Poor's ha messo il rating di Atlantia, Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma in «creditwatch negativo», confermando per ora il giudizio BBB+.
Per quanto riguarda il titolo, dopo il -22,2% di giovedì, Atlantia, che fa capo alla famiglia Benetton, rimbalza dunque a Piazza Affari ed è arrivata a guadagnare più del 7,5%, salvo poi assestarsi su guadagni inferiori. Il titolo è sopra i 19 euro per azione, dopo essere sceso alla vigilia sotto i 18 euro per la prima volta dall'autunno 2014. La capitalizzazione di mercato, che lunedì, prima del crollo, si attestava a 20,5 miliardi, risale a 16 miliardi circa (a questi valori è stata bruciata market cap per 4,5 miliardi circa in tre sedute; rispetto a giovedì, quando si era attestata a 15,17 miliardi, il recupero è inferiore a un miliardo).
I riflettori restano puntati sul tema della concessione autostradale ad Autostrade per l'Italia, con il vicepremier del M5S Luigi Di Maio su posizioni più radicali e Matteo Salvini della Lega su posizioni più caute. Il ministero dei Trasporti ha chiesto intanto alla società Autostrade (che riunirà il Cda straordinario il 21 agosto, il 22 ci sarà quello di Atlantia) di presentare entro 15 giorni un report che fornisca i dettagli degli adempimenti posti in essere per il funzionamento corretto del ponte e per la prevenzione degli incidenti e ha chiesto l'impegno al ripristino integrale del viadotto a costo totale della società entro un breve periodo di tempo. Infine, sono stati avviati accertamenti per valutare se ci siano state inadempienze gravi da parte della società. Secondo Equita, «il tema centrale in questa è la forza del contratto di concessione e in particolare dell'indennità di rimborso che dovrà essere assicurata ad Aspi (Npv dei cash flow del contratto originario al netto di penale del 10% ed eventuali danni)». Gli analisti hanno confermato la propria posizione, ovvero «che sia poco probabile una revoca della concessione, mentre ci aspetteremmo una fase di negoziazione che porti a maggiori investimenti/opex per Aspi. Permane l'incertezza regolatoria con il rischio di avviare una fase di lungo scontro legale».
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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