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Il mercato cambia pelle, mondo dell’energia al test della transizione

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energy summit al sole 24 ore

Il mercato cambia pelle, mondo dell’energia al test della transizione

La sfida, per dirla con Giuseppe Ricci, presidente di Confindustria Energia, «è titanica» e si gioca sulla capacità «di soddisfare la fame di energia del pianeta», rispettando gli obiettivi inderogabili Ue di decarbonizzazione e tratteggiando i confini della transizione energetica. «La soluzione vincente è un mix di tante soluzioni e tecnologie diverse», precisa Ricci.

Il percorso, insomma, è fatto di più ricette e su queste ieri, nella giornata inaugurale dell’Italian Energy Summit del Sole 24 Ore, si sono confrontati i principali attori dello scenario europeo – per la Commissione Ue era presente Claudia Canevari della direzione generale Energia – e nazionale. A cominciare dal presidente dell’Acquirente Unico, Andrea Péruzy, che, commentando il nuovo rinvio dello stop alla maggior tutela (il posticipo a luglio 2020 è contenuto nel Dl di conversione al Milleproroghe appena approvato dal Senato), ha avvertito che la liberalizzazione «è un processo necessario e ineludibile per il mercato dell’energia e favorisce una reale concorrenza tra gli operatori».

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Gli operatori, però, devono adattarsi a un mercato profondamente mutato. «Il player energetico – ha osservato Francesco Gagliardi, partner Kpmg – diventa provider di servizi e non deve più limitarsi a vendere la commodity». Bisogna quindi ripensare l’approccio, ma anche individuare nuovi modelli per la produzione di energia. Per esempio le rinnovabili, dopo l’intensa stagione di incentivi, devono puntare ora su strade alternative, come i contratti Ppa (Power purchase agreement), ancora al palo nella penisola. Per farli decollare, suggerisce Francesco Novelli, senior partner di Dla Piper, servono tra l’altro «un quadro di certezza normativa» e «il rafforzamento della domanda incentivando l’uso delle rinnovabili».

A questo proposito, «Shell sta cambiando il paradigma», ha ricordato l’amministratore delegato per l’Italia, Marco Brun, sottolineando che la decarbonizzazione è possibile già con le tecnologie attuali. Un esempio arriva anche da Edison, che ha investito 8 milioni in 8 nuovi parchi eolici e nel mini-idroelettrico, senza però tralasciare – evidenzia Nicola Monti, vicepresidente esecutivo Edison e responsabile power – i cicli combinati per supplire all’incostanza delle fonti verdi.

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Per capire quale sarà la direzione futura del mercato energetico italiano, bisognerà comunque attendere che il nuovo governo gialloverde definisca gli obiettivi da perseguire, anche rispetto a versanti dall’enorme potenziale, quali lo sviluppo del Gnl (Gas naturale liquefatto). «Come operatori del settore – afferma Paolo Barbieri, presidente di Cpl Concordia, una delle cooperative più longeve nel comparto energetico – non chiediamo incentivi, ma auspichiamo la certezza delle regole perché è in base a quelle che decidiamo come investire e crescere».

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