Si prospettano settimane intense, per Bper Banca. L’istituto modenese è alle prese con la definizione del piano industriale al 2021. Un progetto a cui l’istituto modenese lavora da tempo. E che vede, tra i vari capitoli in discussione, anche quello relativo a Unipol Banca, che potrebbe essere oggetto di un’incorporazione.
Nessuna decisione - va detto - è stata presa sul tema. E, anzi, l’operazione di fusione è tutt’altro che scontata, visto il poco tempo a disposizione. Ma le analisi di fattibilità sarebbero in corso. Di certo tutto dovrà essere deciso a stretto giro. Molto, dell’esito finale delle valutazioni, si capirà dal timing della presentazione del piano.
L’ipotesi di partenza, a Modena, è quella di presentare le linee guida del nuovo piano in occasione della diffusione al mercato dei conti trimestrali, fissata per l’8 novembre. I lavori dei vari cantieri sono a uno stadio avanzato. Il mercato attende da tempo indicazioni sulle future mosse dell’istituto. Bper d’altra parte fa i conti con uno scenario macro che è in continuo movimento: la volatilità registrata negli ultimi tempi sullo spread tra BTp e Bund, combinata con l’attesa crescente di un Def di cui ancora non si conosce il punto di atterraggio, ha costretto peraltro a un surplus di cautela rispetto alle previsioni iniziali, che davano per metà settembre l’orizzonte iniziale per la diffusione del piano. I tempi insomma sembrano essere oramai maturi.
Certo è che se così fosse sarebbe complicato mettere dentro al piano quello che rappresenta uno tra i dossier più delicati per l’istituto, ovvero Unipol Banca. La banca controllata dal gruppo assicurativo bolognese - che è il primo azionista di Bper stessa, con il 15% del capitale - potrebbe essere oggetto di un’incorporazione. Gli studi di fattibilità sono in corso ma le complessità di un’operazione simile tuttavia non mancano. Se mai si facesse, l’intenzione della banca guidata da Alessandro Vandelli è di creare un’operazione che crei valore, e che trovi così il pieno consenso del mercato. Essendo un’operazione effettuata con parti correlate poi, il deal dovrebbe registrare la massima trasparenza e correttezza nelle valutazioni. Da un punto di vista patrimoniale, d’altra parte, Modena punterebbe a fare tutto con le proprie forze. Per chiudere un deal simile, insomma, servirebbe tempo. E si dovrebbe far slittare la presentazione del piano in avanti.
Insomma, si vedrà. Di certo il piano in gestazione potrebbe registrare altre operazioni straordinarie. Tra queste c’è l’acquisto del 49% delle azioni della controllata Banco di Sardegna oggi in mano alla fondazione omonima da parte. Così come potrebbe fare la sua comparsa il rafforzamento nell’azionariato di Arca sgr. La capogruppo premerà poi l’acceleratore sul potenziamento dell’asset management, del wealth e del private banking così da rafforzare la redditività dell’istituto. All’attenzione del management, oltre alla razionalizzazione dei costi e della rete, ci sarà poi l’ulteriore pulizia degli attivi, con l’obiettivo di far scendere l’Npe ratio sotto al 10% entro il 2020. Così come non è escluso che si voglia potenziare la collaborazione sul fronte della bancassicurazione con la stessa Unipol.
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