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Astaldi, il Cda presenta in Tribunale il «concordato in bianco»

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grandi COSTRUTTORI IN CRISI

Astaldi, il Cda presenta in Tribunale il «concordato in bianco»

Si è svolto, a Roma, un consiglio di amministrazione straordinario di Astaldi, il colosso delle costruzioni finito in difficoltà. Nella mattinata del 28 settembre l’azienda di Paolo Astaldi ha annunciato l’iter per accedere al concordato in bianco (qui l’anticipazione del Sole 24 Ore). Si tratta di una domanda di concordato preventivo «con riserva» prodromica al deposito di una proposta di concordato preventivo in continuità aziendale. Con una nota , il gruppo chiarisce che «il protrarsi della procedura di vendita del Terzo Ponte sul Bosforo, determinato dalle vicende politiche ed economico-finanziarie che hanno interessato la Turchia nel corso del 2018, ha imposto di adeguare il complessivo Piano di rafforzamento patrimoniale e finanziario presentato al mercato».

Un piano «basato, tra l’altro, sull’aumento di capitale già deliberato dall’assemblea e sulla cessione degli asset in concessione, deve, infatti, tenere conto delle conseguenze determinate dalle mancate disponibilità finanziarie nei tempi previsti», precisa Astaldi. Pertanto la società ricorre al concordato preventivo «al fine di ottenere gli effetti protettivi del patrimonio della Società previsti dalla normativa applicabile a tutela di tutti gli interessi coinvolti, nonché al fine di salvaguardare l’operatività e la continuità aziendale».

Se il Tribunale, come pare probabile, accetterà la domanda, Astaldi avrà 120 giorni di tempo per presentare un piano di salvataggio, mentre i creditori saranno «congelati». Tra i creditori ci sono anche i possessori di un bond da 700 milioni in scadenza nel 2020.

Il consiglio di amministrazione ha inoltre deliberato di chiedere l'esclusione volontaria delle azioni della società dal segmento Star e il passaggio delle
stesse al segmento Mta organizzato e gestito da Borsa Italiana, precisando che «nel periodo di esclusione volontaria continuerà a rispettare le best practice e i principi di governance previsti dal Codice di autodisciplina delle società
quotate».

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