Andamento titoli
Vedi altroGiornata nera per Piazza Affari, dopo che nella notte il Governo ha approvato la manovra finanziaria che prevede un rapporto tra deficit e pil a quota 2,4%. Il FTSE MIB ha registrato in chiusura un calo del 3,7% segnando la performance peggiore in Europa. L'indice è arrivato a perdere anche oltre il 4,5%. Per Milano si tratta della dodicesima peggiore performance dal 2014. Lo spread, volato anche sopra 280, ha chiuso a 267 punti, mentre l'euro, dopo aver violato al ribasso la soglia di 1,16 dollari, è risalito. In deciso calo anche le altre Borse europee visto che la situazione italiana finisce per incoraggiare le vendite in tutti i listini del Vecchio Continente. Francoforte, Parigi e Madrid (seguine qui l'andamento) hanno accusato flessioni tra lo 0,85% e l'1,5%.
Wall Street, dopo un avvio in calo negli indici principali, è in recupero mentre i titoli di Stato americani sono in rialzo vista la generale avversione al rischio che sta limando leggermente i rendimenti.
Tornando all'Italia, nelle prossime settimane la manovra finanziaria dell'Esecutivo italiano dovrà essere vagliata dalla Commissione europea, che valuterà i documenti programmatici di bilancio per il 2019 di tutti gli Stati membri della zona euro, inclusa l’Italia, entro «la fine di novembre», come indicato da un portavoce dell’esecutivo Ue, che ha ricordato che la scadenza per presentare i documenti a Bruxelles è il prossimo 15 ottobre.
A ottobre, tra l'altro, si pronunceranno sull'Italia anche le agenzie di rating Standard & Poor's e Moody’s. Il commissario europeo, Pierre Moscovici , ha dichiarato che «non c'è interesse in una crisi tra la Commissione e l'Italia, nessuno ha interesse in questo perché l'Italia è un Paese importante dell'Eurozona». Tuttavia, ha detto ancora il commissario, «non abbiamo interesse neppure nel fatto che l'Italia non rispetti le regole e non riduca il debito, che rimane esplosivo». Nel frattempo il vicepremier, Matteo Salvini, ha già preannunciato che se da Bruxelles arriverà una bocciatura della Legge di Bilancio «noi tiriamo avanti». Il vicepremier, Luigi Di Maio, ha invece cercato di rassicurare sul fatto che il debito scenderà.
Analisti: saldi bilancio non sono dramma, ma pesa scontro con Ue
«L’impressione - ha commentato Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte sim - è che il vero timore degli operatori
non sia tanto il contenuto della manovra quanto piuttosto l’eventuale intensificazione dello scontro con la Commissione europea,
ben prima della presentazione del disegno di legge di bilancio e della relativa valutazione della Commissione previsto entro
fine novembre». «C’è sempre tempo per ripensare ad un bilancio eventualmente più conservativo prima che il disegno di legge
venga presentato alla Commissione Europea il mese prossimo, e la nostra opinione è che l’attuale governo possa smettere di
flirtare con la prospettiva di una uscita dall’Eurozona. Ma questa volatilità non aiuta di certo il sentiment nei confronti
dell’Italia e permane anche il rischio che possibili downgrade da parte delle agenzie di ratings possano aggravare ulteriormente
la crisi» osserva Adrian Hilton, gestore del fondo Threadneedle Lux European Strategic Bond di Columbia Threadneedle Investments,
secondo cui il rapporto deficit/Pil «non è una catastrofe» e resta comunque nei parametri di Maastricht.
Raffica di vendite sulle banche: -9,4% Banco Bpm
A Piazza Affari sono caduti soprattutto i titoli bancari: -9,4% Banco Bpm, -8,4% Intesa Sanpaolo, -8,3% Bper, -7,8% Ubi,
-6,7% Unicredit. Giù del 5,3% Mediobanca, che comunque rimane sotto la lente dopo che il gruppo Bolloré a sorpresa ha disdettato il patto in anticipo. Il nuovo assetto azionario dell'istituto potrebbe "ingolosire" gruppi interessati non soltanto all'attività bancaria di
Piazzetta Cuccia, ma anche alla quota del 13% che detiene in Generali.
Oltre alle banche, pesante il risparmio gestito (-7,1% Banca Generali, -6,5% Banca Mediolanum, -4,5% Azimut) e anche le utility
a cominciare da Snam (-5%) e Enel (-3,6%). SoloSaipem (+0,68%) ha chiuso in rialzo grazie all'allungo pomeridiano dei prezzi del barile. Anche Eni(-1,5%) e Tenaris(-1,4%) hanno
limitato i danni segnando una flessione inferiore a quella del Ftse Mib. Cali contenuti per le società più esposte verso il
dollaro, visto il rafforzamento della valuta Usa sull'euro, (come Luxottica, Campari e St), mentre Atlantia è scesa di un limitato 0,4% nel giorno del via libera del Presidente della Repubblica al cosiddetto Dl Genova.
Astaldi crolla del 30% dopo richiesta di concordato
Nel resto del listino milanese, crollo del 29,8% per Astaldi dopo che il cda ha deliberato la presentazione della domanda di concordato preventivo con riserva per cercare di mettere
in sicurezza la situazione finanziaria del gruppo di costruzioni. Ancora un tonfo per Banca Ifis(-12%) e per Safilo (-9,8%)
che ha varato un aumento di capitale da 150 milioni di euro.
A livello europeo, male il settore bancario e quello assicurativo, ma anche telecomunicazioni e auto sono stati al centro
di vendite consistenti. Quanto agli indici, Francoforte è arretrata dell'1,5%, Madrid dell'1,45%, Parigi dello 0,85%. Londra
ha limitato il calo allo 0,47%. Le società dei metalli preziosi e la catena di abbigliamento Next hanno riportato i rialzi
più significativi.
BTp: spread chiude a 267 punti, rendimento 10 anni a 3,15%
L'effetto 'NaDef' colpisce pesantemente i titoli di Stato italiani sul mercato secondario telematico con un allargamento
dello spread che supera i 40 punti base nel durante per poi ripiegare nel finale. Lo sfondamento dell'obiettivo di disavanzo
dall'1,6% concordato con Bruxelles al 2,4% annunciato ieri sera dagli esponenti del Governo ha provocato l'effetto temuto
e stimato dagli operatori di mercato. Nel
corso della seduta lo spread e' arrivato a toccare i 280
punti massimo da quando il Governo Conte si e' insediato, lo scorso primo giugno. I titoli italiani sono stati protagonisti
in negativo sul mercato e nel finale il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano, il BTp dicembre
2028 e il Bund agosto 2028 viene indicato a 267 punti base dai 237 punti base del finale di giovedi'. Il rendimento torna
a sfondare il 3% con il 3,15% del finale. Male i titoli italiani su tutta la curva: i quinquennali registrano uno spread
di 235 punti e un rendimento in ascesa al 2,27% dall'1,94% di giovedi'. Stesso trend per i biennali con un rendimento che
torna sopra l'1 per cento.
Equita, prudenza su Italia ma Ftse Mib è a sconto del 25% su Stoxx 600
Equita consiglia prudenza sul mercato italiano, temendo che si apra un periodo di incertezza dopo la manovra finanziaria
approvata nella notte dal Consiglio dei Ministri e che prevede un rapporto tra deficit e pil al 2,4% nei prossimi tre anni.
«Restiamo prudenti nella nostra asset allocation - hanno commentato gli analisti della società di gestione - riteniamo che
nel breve potremmo assistere ad un periodo di incertezza». Equita sottolinea che «da un punto di vista valutativo, il Ftse
Mib oggi tratta con uno sconto del 25% circa rispetto allo Stoxx 600, tenendo conto del rapporto tra prezzo e utili». Lo sconto,
tra l'altro, nell'ultimo periodo si è ampliato rispetto alla media degli ultimi anni. Secondo le stime di Equita è infatti
salito al 25% dal 13% di media storica degli ultimi sette anni. Lo sconto aveva toccato un picco al 30% circa, a fine quando
lo spread si era avvicinato a 300 punti.
Euro torna sopra quota 1,16 dollari
Intanto continua a indebolirsi l'euro nei confronti del biglietto verde: la moneta unica passa di mano a 1,1620(ieri a 1,1671). Allungo sul finale per i prezzi del petrolio sui rumors secondo cui la Cina sta riducendo gli acquisti di
greggio iraniano (soggetto da novembre alle sanzioni Usa) e gli Stati Uniti non sembrano intenzionati a intaccare le proprie
riserve: il Wti scadenza novembre quota a 73,3 dollari al barile, il Brent nella medesima consegna sale a 82,78 dollari
al barile (nuovo massimo da novembre 2014). Euro/dollaro torna sopra 1,16 nel pomeriggio e segna in chiusura dei mercati continentali
1,1623.
Usa: dinamica redditi sotto le attese a giugno, inflazione resta a top da 6 anni
Il dollaro invece ha confermato il rafforzamento anche dopo la pubblicazione del rapporto mensile sui consumi e sui redditi
Usa con il dato del Personal consumption expenditures price index che rappresenta una cartina di tornasole rilevante relativamente
all'andamento dell'inflazione. Il Pce è salito del 2,2% annuo ad agosto confermandosi ai massimi da sei anni. Secondo quanto
riportato dal dipartimento del Commercio, le spese per consumi sono salite dello 0,3% sul mese precedente, in linea alle attese
degli analisti. I redditi personali sono aumentati dello 0,3% contro previsioni per un +0,4%.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
© Riproduzione riservata