NEW YORK - Conti record per tre «big banks» Usa nel terzo trimestre che presentano oggi i conti: JPMorgan Chase, Citigroup e Wells Fargo. Grazie all'onda lunga dei tagli fiscali dell'amministrazione Trump e al buon andamento dei ricavi
più alti del previsto. Nonostante le turbolenze sui mercati dell'ultimo periodo.
Jp Morgan bene grazie al credito al consumo
JPMorgan Chase, prima banca Usa per asset, nel trimestre chiuso il 30 settembre ha visto salire l'utile netto del 24,5%, oltre
le stime degli analisti grazie alle attività consumer, che hanno bilanciato l'indebolimento di quelle di trading molto forti
invece nel secondo quarter.
Nei tre mesi a settembre l'istituto ha messo a segno profitti per 8,38 miliardi di dollari, 2,34 dollari per azione, contro i 6,732 miliardi, 1,76 dollari per azione, dello stesso periodo dell'anno scorso. Il giro d'affari managed è salito del 5% a 27,822 miliardi di dollari, mentre il ritorno sul capitale è aumentato dall'11% al 14%. Il fatturato della divisione commercial banking è cresciuto del 6% a 2,271 miliardi con un utile netto in aumento del 24% a 1,089 miliardi, quello dell'area consumer & community ha visto il giro d'affari salire del 10% a 13,29 miliardi con un utile di 4,086 miliardi (+60%), mentre il fatturato generato dalle attività di trading è sceso del 2% a 4,4 miliardi.
Dimon: questioni geopolitiche esplosive
«Sono ottimi risultati con un generale aumento del fatturato, cosa che dimostra la forza della nostra piattaforma», ha detto
l'amministratore delegato Jamie Dimon, sottolineando che «gli Stati Uniti e l'economia globale continuano a dimostrarsi solidi.
Ma le questioni geopolitiche stanno esplodendo ovunque», ha detto Dimon, che ha espresso forti preoccupazioni per l'aumento
dell'inflazione e le per le turbolenze sui mercati finanziari. JP Morgan in ogni caso ha battuto le stime sugli utili degli
analisti di Wall Street negli ultimi dodici trimestri, compreso questo. Nel secondo trimestre la big bank Usa aveva riportato
un record nei profitti saliti a 8,32 miliardi di dollari grazie alle ottime performance della divisione trading, che ha fatto
meno bene negli ultimi tre mesi, condizionata dall'andamento dei mercati. Nel trimestre appena chiuso le azioni della banca
americana hanno guadagnato oltre il 10%, +7,18% da inizio anno.
Citigroup: taglio costi e più ricavi nel trading
Anche Citigroup ha battuto le stime degli analisti con profitti in rialzo del 12% grazie anche alla politica di riduzione dei costi e ai
maggiori ricavi nel trading. Nel terzo trimestre la banca newyorkese ha riportato 4,6 miliardi di utili, 1,73 dollari per
azione, in rialzo dai 4,1 miliardi, 1,42 $ per azione del terzo trimestre 2017. Meglio degli 1,69 dollari attesi dagli analisti.
Il fatturato è stato di 18,3 miliardi $, in leggero calo rispetto ai 18,4 miliardi dello stesso periodo del 2017, e sotto
i 18,45 miliardi previsti dal consensus.
Il giro d'affari generato dalle attività di trading è salito del 7% a 3,99 miliardi. Va detto che l'anno scorso il giro d'affari
era stato influenzato dalla vendita della divisione degli analisti sul reddito fisso (circa 580 milioni di dollari) e di alcuni
asset in Messico (circa 250 milioni). Nel trimestre Citigroup “ha riportato risultati solidi anno su anno in tutte le principali
divisioni” e “ha visto salire depositi e prestiti, continuando a gestire in modo prudente il rischio, come dimostrato dalla
stabilità del portafoglio legato al credito”, ha detto l'amministratore delegato Michael Corbat. Il fatturato della divisione
global consumer bank è salito del 2% a 8,7 miliardi, con un +20% in Messico, mentre quello dell'area clienti istituzionali
è sceso del 2% a 9,2 miliardi. Le spese operative sono calate dell'1% a 10,3 miliardi di dollari, con un tasso di efficienza,
che misura i costi in rapporto al fatturato, migliorato dal 56,1 al 56,6%. Il costo del credito nel trimestre è sceso dell'1%
a 2 miliardi. A fine trimestre i prestiti erano pari a 675 miliardi di dollari, in rialzo del 3% dall'anno precedente, mentre
i depositi erano pari a 1.000 miliardi, in rialzo del 4% rispetto all'anno precedente. Il valore contabile per azione era
pari a 72,88 dollari per azione e il rapporto capitale Cet1 pari all'11,8% (contro il 12,1% precedente). Nel trimestre Citigroup,
grazie anche ai maggiori introiti per il calo delle imposte societarie seguito alla riforma fiscale di Trump, ha riacquistato
75 milioni di azioni ordinarie e ha restituito agli azionisti ordinari 6,4 miliardi attraverso buyback e dividendi.
Anche Wells Fargo sorprende in positivo
Mentre erano largamente previsti i conti positivi di JPM e Citi, qualche incertezza tra gli analisti c'era su Wells Fargo. La quarta banca americana per fatturato che nonostante gli sforzi per ripartire degli ultimi due anni, ha ancora da smaltire
il peso delle multe da 13 miliardi di $ dei regolatori per la truffa dei conti fantasma ai suoi correntisti. Ebbene, a sorpresa
la banca californiana ha riportato conti migliori delle attese. L'utile netto è salito a 5,45 miliardi $, o 13,3 $ per azione
nel terzo trimestre, da 4,13 miliardi o 83 centesimi ad azione dello stesso periodo di un anno fa.
Con ricavi a 21,94 miliardi di dollari (+0,4%), in leggero aumento rispetto ai 21,8 dello stesso periodo dell'anno precedente con un significativo miglioramento della divisione Community banking, quella legata allo scandalo delle vendite dei conti fantasma, che mostra segnali di ripartenza. I prestiti della quarta banca Usa per asset nel trimestre chiuso il 30 settembre sono scesi dell'1%, a 942,3 miliardi $, mentre i margini di interesse netto sono aumentati al 2,94%, dal 2,86% del terzo trimestre 2017. I costi sono scesi del 4,1% a 13,7 miliardi. L'obiettivo del Cfo John Shrewsberry è quello di arrivare a ridurre le spese complessive di Wells Fargo di almeno 3 miliardi al 2020. Wells Fargo ha lavorato duramente per ripartire e cercare di costruire una nuova immagine di banca trasparente e di brand affidabile.
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