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Panini, le figurine nel radar dei gruppi Usa. Ipotesi asta ristretta

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2018 anno record per i mondiali

Panini, le figurine nel radar dei gruppi Usa. Ipotesi asta ristretta

(Ansa)
(Ansa)

Il dossier delle figurine Panini oltrepassa l’oceano e arriva fino negli Stati Uniti. Le indiscrezioni su un riassetto azionario del gruppo, famoso in tutto il mondo per la pubblicazione dell’album con le immagini dei calciatori e degli sportivi, hanno ripreso a circolare con intensità nelle ultime settimane. Negli ultimi mesi alcuni potenziali acquirenti hanno esaminato il dossier dell’azienda, oggi controllata dall’ad Aldo Hugo Sallustro. Alla luce dell’interesse sarebbe così stato conferito dagli azionisti di Panini un incarico alla banca d’affari americana Lincoln International per valutare eventuali gruppi interessati. L’obiettivo sarebbe quello di far partire, nelle prossime settimane, un’asta ristretta a pochi soggetti: secondo i rumors potrebbero essere invitati a visionare il dossier al massimo 4-5 soggetti, dei quali la metà fondi di private equity internazionali e l’altra metà gruppi strategici, nel dettaglio grandi multinazionali americane.

Una delle ipotesi, circolata però in passato, era stata anche quella della fusione con il gruppo neworkese The Topps Company, multinazionale nata nel tabacco ma poi sviluppatasi nel business degli album di figurine negli Stati Uniti (soprattutto nel baseball) ma anche in Europa con i diritti della premier League inglese dopo aver rilevato le attività della Merlin Publishing. Resta da capire se Topps potrebbe essere (o meno) tra gli interessati.

L’asticella di prezzo è elevata: si parla, in ambienti finanziari, di una valutazione superiore al miliardo di euro. Non è la prima volta che il dossier delle figurine Panini finisce sul tavolo di grandi fondi internazionali e di gruppi strategici. Negli ultimi dieci anni, gli azionisti di Panini hanno esplorato già altre volte la strada della vendita, che però non si è mai concretizzata. Una dei fattori che i potenziali compratori hanno sempre preso in considerazione è infatti sempre stato il business ciclico di Panini.

L'azienda, che opera in 125 Paesi, presenta un fatturato in forte crescita negli anni dei Mondiali e degli europei di calcio. Un andamento ciclico che, senza eventi sportivi, attesta il giro d'affari sui 500 milioni. Al contrario negli anni degli Europei supera i 600 milioni e arriva e sorpassare i 700 e ad avvicinare gli 800 milioni negli anni dei Mondiali.

Ma Panini è soprattutto capace di generare un margine operativo lordo superiore ai 200 milioni di euro nell’anno dei Mondiali di calcio, di avere una redditività solo un po’ inferiore negli anni degli Europei e costantemente attorno ai 40-50 milioni di Mol negli anni privi di competizioni internazionali.

Proprio il 2018 dovrebbe concludersi con risultati record, per il boom dei prodotti collegati al FIFA World Cup Russia. Basta pensare che quest’anno dovrebbe essere battuto il record del 2014, quando c’erano stati i Mondiali in Brasile e Panini aveva archiviato un fatturato compreso tra i 700 e gli 800 milioni e un Mol attorno ai 200 milioni. C’è da dire che già 4 anni fa, nell’anno dei Mondiali in Brasile, era stato affidato un incarico alla banca d'affari Nomura, ma alla fine il processo non era arrivato a conclusione.

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